Generazione Z: il 68,7% delle ragazze teme pregiudizi e retaggi maschilisti

La giornata internazionale della donna diventa il megafono per amplificare la voce delle ragazze e dei ragazzi della Gen Z, in particolar modo sulla parità di genere. Il 68,7% delle ragazze pensa che il proprio futuro e le proprie scelte saranno limitate da retaggi culturali maschilisti e retrogradi, pregiudizi e stereotipi.
Il 43,4%  afferma che la scuola è uno degli ambienti dove avvengono più discriminazioni, o violenza, seguito da social network, mass media (rispettivamente con il 42% e il 35%) e la politica (38%), ma a stupire è soprattutto la percentuale di ragazze che si immagina il mondo del lavoro come luogo più a rischio, ne è convinta il 63,5%. Questo è quanto emerso da una ricerca di Terre des Hommes e OneDay Group, anche grazie al supporto di BIC® e BIC Corporate Foundation.

La consapevolezza delle diverse forme di violenza

Il 70% tra le intervistate ha assistito a violenza verbale (insulti e parolacce) e il 53,6% tra loro ha assistito a violenzapsicologica contro altre donne, oppure perché ne sono le prime vittime: 4 ragazze su 10 hanno subito violenza fisica, psicologica, sessuale o verbale e il 53% ci dice di subire molestie per strada (cat calling).

Oltre la metà dei ragazzi crede che occorre agire, ma chiede un maggiore impegno agli insegnanti (56%) alla famiglia (49,4%) e ai politici (44,4%).

E proprio alla scuola si rivolge la petizione “No alla violenza di genere: insegnamolo tra i banchi“. L’obiettivo della raccolta firme è chiedere al Ministero dell’Istruzione di consolidare la promozione della parità di genere e la prevenzione della violenza di genere nell’ambito dell’insegnamento dell’Educazione Civica, in sinergia con quanto previsto sia nel nuovo Piano Nazionale d’Azione per l’Infanzia e l’Adolescenza sia nel Piano nazionale sulla violenza maschile contro le donne, di cui anche l’UNICEF ha promosso l’adozione.

 

 

Condividi