In Italia l’aborto farmacologico potrà avvenire in day hospital e fino alla nona settimana

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sui canali social ha annunciato un aggiornamento delle linee guida in merito all’aborto farmacologico.  In concreto vi sarà la possibilità di ricorrere alla pillola abortiva in day hospital e fino alla nona settimana di gestazione.  La decisione è arrivata dopo il via libera da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e le varie polemiche in seguito alla decisione della Regione Umbria di ritornare al ricovero di tre giorni.

L’aborto in Italia

In Italia la donna può chiedere l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dal 1978 questo intervento è regolamentato dalla Legge 194/78.
L’interruzione può avvenire attraverso il metodo farmacologico e chirurgico.
Il trattamento farmacologico, introdotto in Italia nel 2009, consiste nell’assunzione di almeno due principi attivi diversi, il mifepristone (meglio conosciuto col nome di RU486) e una prostaglandina, a distanza di 48 ore l’uno dall’altro.
L’operazione chirurgica, la più praticata in Italia, viene effettuata nelle strutture ospedaliere.

L’ aborto farmacologico in Italia è poco praticato 

In Italia il 17,8% sceglie l’interruzione volontaria con il metodo farmacologico, contro il 97% della Finlandia, il 93% della Svezia o il 75 % della Svizzera. Secondo quanto scritto dal Post, in altri paesi europei, l’interruzione di gravidanza con il metodo farmacologico avviene in day hospital o a casa con i medici di famiglia o le ostetriche con un’adeguata formazione.

Secondo i dati del ministero della Salute nel 96,9% dei casi non vi è alcuna complicazioni sull’ assunzione dei due farmaci. Per tale motivo molte regioni hanno scelto il day hospital, ovviando la legislazione nazionale. 

Cosa prevedono le linee guida con il nuovo aggiornamento

Con le vecchie linee guida si consigliava il ricovero per tre giorni (anche se era su discrezione delle regioni)  entro le sette settimane di gestazione. Con le nuove linee guida sarà possibile effettuare l’interruzione di gravidanza con il metodo farmacologico in day hospital, in consultorio o nei ambulatori, dal personale competente entro  nove settimane. Le donne potranno ritornare a casa dopo mezz’ora a patto che non si trovino in stato di ansia e non siano sole. Dopo due settimane è prevista una visita di controllo. 

Le critiche

Non mancano le critiche. Infatti, sull’Avvenire, la presidente nazionale del Movimento per la Vita Marina Casini, ha affermato che la donna di fatto viene lasciata sola in una situazione non esente da rischi per la salute.

In un’intervista il presidente dell’associazione Salute&Vita, Alberto Gambino,  ha dichiarato che questa decisione finisce per banalizzare la gravidanza, che si riduce all’assunzione di un farmaco fai da te. Anzichè offrire nuovi strumenti per incentivare la gravidanza, si permette di abortire, lasciando comunque strascichi dolorosi nella donna. 

 

Photo credit: Cosmopolitan

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