Unione Europea, clima: il Consiglio e il Parlamento raggiungono un accordo provvisorio

In vista del summit sul clima del 22-23 aprile, i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio che sancisce l’obiettivo della neutralità climatica dell’UE per il 2050 e l’obiettivo collettivo di ridurre almeno del 55% le emissioni nette di gas a effetto serra (emissioni al netto degli assorbimenti) entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
L’accordo provvisorio dovrà essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

Riguardo all’obiettivo 2030, i negoziatori hanno ritenuto necessario dare la priorità alle riduzioni delle emissioni rispetto agli assorbimenti. Al fine di garantire  che siano compiuti gli sforzi sufficienti fino al 2030 per ridurre e prevenire le emissioni, si è introdotto un limite di 225 milioni di tonnellate di CO² equivalente al contributo degli assorbimenti all’obiettivo netto.

Un altro aspetto previsto dall’accordo provvisorio riguarda l’istituzione di un comitato scientifico europeo sui cambiamenti climatici, costituito da 15 esperti scientifici ad alto livello aventi cittadinanze differenti. Il comitato indipendente avrà il compito di fornire consulenza in merito  alle misure dell’UE , agli obiettivi climatici e ai bilanci indicativi per i gas a effetto serra e alla loro coerenza con la legge europea sul clima e gli impegni internazionali dell’UE nel quadro dell’accordo di Parigi.

Inoltre, si è convenuto che la Commissione proporrà un obiettivo climatico intermedio per il 2040, al più tardi entro sei mesi dal primo bilancio globale effettuato nel quadro dell’accordo di Parigi.

Un passo indietro

Il 17 settembre 2020 la Commissione ha adottato una proposta che modifica la sua proposta iniziale per includere un obiettivo UE riveduto di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030.

Il 10 e l’11 dicembre il Consiglio europeo, nelle sue conclusioni, ha approvato un obiettivo UE vincolante di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Il 17 dicembre 2020 il Consiglio ha adottato un orientamento generale, dopodiché il Consiglio e il Parlamento hanno avviato una serie di triloghi al fine di giungere a un accordo sul testo definitivo.

Il summit sul clima del 22-23 aprile

L’accordo provvisorio è stato preso in vista del summit sul clima del 22-23 aprile, voluto dal neo presidente americano Joe Biden. In tal modo gli Stati Uniti si riprendono la scena nella diplomazia climatica, anche se un primo passo è già stato fatto con il rientro negli accordi di Parigi.

L’obiettivo di Biden è spingere i paesi che inquinano di più a prendere impegni più ambiziosi circa l’emissioni globali ed evitare che la conferenza delle parti sul cambiamento climatico in partnership tra Regno Unito e Italia, fallisca. 

Il punto nero è che i paesi come la Cina, India, Brasile e Cina  sembrano restii a prendere impegni. L’ unico annuncio di rilievo potrebbe arrivare dagli Stati Uniti in quanto potrebbero puntare ad un taglio dell’emissioni tra il 48 e il 52%. 

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