Afghanistan, 20 anni di bugie

Per comprendere le cause del fallimento della guerra in Afghanistan basta riprendere gli “Afghanistan Papers“, pubblicati nel 2019 dal Washington Post, dopo tre anni di battaglie legali.

Si tratta di 2000 pagine di trascrizioni, registrazioni, note e interviste inedite a funzionari militari americani e diplomatici che rivelano come l’opinione pubblica sia stata continuamente ingannata su un conflitto considerato invincibile.

 

Alcune interviste 

John Sopko, ispettore speciale statunitense per la Ricostruzione dell’Afghanistan (SIGAR), al Congresso Usa ha parlato di funzionari che hanno regolarmente mentito durante i 18 anni di guerra in Afghanistan, alterando i rapporti sui progressi compiuti.

In un’intervista il tenente, Douglas Lute, che ha operato in Afghanistan durante l’amministrazione Bush e Obama, ha ammesso che erano privi di una comprensione dell’Afghanistan e non sapevano quello che stessero facendo.

Come si sottolinea su The Guardian, alcuni intervistatori sono andati oltre, parlando di uno sforzo deliberato per alterare le statistiche sulla guerra.

“Ogni punto di dati è stato modificato per presentare la migliore immagine possibile”, ha affermato Bob Crowley, un colonnello dell’esercito che ha servito in Afghanistan nel 2013 e 2014.

Per molti commentatori gli Afghanistan  Papers ricordano molto il ruolo che hanno avuto  i Pentagon Papers nella verità sulla guerra in Vietnam.

 

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