Continuano i massacri e le persecuzioni contro gli Hazara, l’etnia più perseguitata dell’Afghanistan.
Venerdì 30 settembre un kamikaze si è fatto esplodere in un centro educativo Kaj che preparava gli studenti agli esami in un quartiere che ospita la minoranza hazara sciita dell’Afghanistan. Le vittime sono 35, in maggioranza studentesse, 82 i feriti. In tutto il mondo si moltiplicano gli appelli per chiedere la fine del genocidio degli hazara
Il genocidio degli Hazara
Hazara significa ” mille”. Fino al 1880 rappresentavano circa il 67% di tutta la popolazione afghana. Poi a seguito di persecuzioni e uccisioni sono diventati circa il 9% della popolazione. Da organizzazioni come Human Rights Watch, lo sterminio degli Hazara è stato considerato un vero e proprio genocidio.
Il pretesto più usato è la questione religiosa: gli Hazara sono sciiti in un paese a maggioranza sunnita.
Prima del regno di Amir Abdul Rahman, durato dal 1880 al 1901, gli Hazara erano dei proprietari terrieri e ricchi allevatori. Una volta arrivato al potere Rahman, le tribù sunnite iniziarono una serie di attacchi e assassini da parte egli sciiti.
I Pashtum occuparono le terre fertili e gli Hazara emigrarono nelle terre più incolte. Sotto il regno di Amir Abdul Rahman circa il 60% di tutta la popolazione hazara venne eliminata. Agli inizi del 900 metà degli Hazara era quasi scomparsa, quelli rimasti erano relegati alle mansioni più umili: pastori, domestici, spesso veri e propri schiavi.
Le persecuzioni si placarono quando la Russia invase l’Afghanistan. Ma ripresero appena scapparono i russi. E le stragi continuano ancora tutt’oggi per mano dei talebani.
Da tempo Amnesty International denuncia i massacri dei talebani contro gli Hazara. Nel 2021 è stata pubblicata una ricerca dove i ricercatori ricostruiscono i fatti avvenuti tra il 4- 6 luglio. Da quando hanno ripreso il potere in Afghanistan, nell’agosto 2021, i talebani hanno mostrato una totale incapacità di difendere le minoranze e, in molti casi, hanno ucciso esponenti dell’etnia hazara.