Alla periferia di Accra, in Senegal, c’è la discarica di Agbogbloshie, la più grande di rifiuti elettronici al mondo.
La discarica contiene l’85% di rifiuti provenienti dall’Europa, tanto che il sito è chiamato “il cimitero delle merci dell’Occidente“, oppure il luogo dove queste tornano in vita e assumono un nuovo scopo. Gli abitanti dell’area sono circa 40.000, in gran parte provenienti da aree rurali del paese. A causa delle difficili condizioni di vita e della criminalità dilagante, l’area è soprannominata Sodoma e Gomorra.
La discarica di Agbogbloshie è il centro nevralgico della vita di migliaia di persone il cui lavoro consiste nel recuperare e rivendere i rifiuti prodotti in luoghi molto distanti. Frutto di importazione legale o illegale, il materiale accumulato è oggetto di intenso sfruttamento da parte della popolazione locale, impegnata nel riciclaggio di metalli, come il rame.
Nel continente africano ammonta a circa 40 milioni di unità all’anno il volume di prodotti che diventano spazzatura. L’attività delle discariche comportano tuttavia problemi di impatto ambientale, dal momento che le persone che attingono alla discarica estraggono i metalli dando fuoco ai pezzi abbandonati per eliminarne le parti in plastica. Ne risulta un notevole inquinamento dell’ambiente dovuto ai fumi liberati dai roghi. Quei terreni interessati sono utilizzati come insediamenti abitativi e per il pascolo del bestiame di allevamento. Da questi fattori ne conseguono anche malattie respiratorie, tumori in età infantile e una mortalità elevata.