L’annessione della Crimea alla Russia

Il 18 marzo 2014 Mosca annetteva la Crimea alla Federazione russa. Fu il primo episodio  della crisi Russia – Ucraina. 

In occasione del nono anniversario Putin è giunto in Crimea dove ha  visitato il centro per bambini Korsun.

Dall’invasione all’annessione della Crimea 

L’occupazione  della Crimea da parte dell’esercito russo ebbe inizio il 20 febbraio 2014,  in seguito all’esautoramento del presidente ucraino, Viktor Janukovich, e del suo governo da parte del Parlamento ucraino. 

Putin “giustificò” l’invasione della Crimea sostenendo che la fine del governo filorusso guidato da Viktor Yanukovich e sostituito da uno ad interim composto da esponenti dell’opposizione europeista, rappresentava una minaccia concreta per la popolazione di lingua russa. Per Putin la Crimea era una parte inseparabile della Russia e quindi riannetterla  significava correggere “un’ingiustizia storica

Il 27 febbraio le forze russe mascherate, i cosiddetti omini verdi, assunsero il controllo del Consiglio supremo (parlamento) della Crimea, occuparono i siti strategici e insediarono il governo filo russo Aksyonov.
In tempi record fu organizzato un referendum sulla “autodeterminazione della Crimea” che si concluse con il 95% dei favorevoli. L’Ue e gli Stati Stati Uniti dichiararono il voto illegittimo. Il 18 marzo 2014  la Russia annetteva formalmente la Crimea.

La reazione dell’Ucraina e dell’Occidente 

L’invasione e l’annessione della Crimea da parte della Russia  fu una una violazione della divieto dell’uso della forza, sancita dall’articolo 2 (4) della Carta delle NU.  L’Assemblea generale inoltre dichiarò illegittimo il referendum e condannò la violazione della sovranità territoriale dell’Ucraina.

L’Ue e gli Stati Uniti  imposero una serie di sanzioni nei confronti degli oligarchi, imprese russe, settori e prodotti, ma furono liquidate dalla Russia inefficaci.

immagine di copertina: wikipedia.org

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