Chiude Apple Daily, il principale quotidiano pro-democrazia di Hong Kong. La decisione è arrivata dopo una serie di atti di repressione che hanno portato all’arresto del direttore responsabile Jimmy Lai, dell’amministratore delegato Cheung Kim-hung e altri tre dirigenti. Per le autorità del paese il giornale avrebbe espresso una posizione favorevole all’applicazione delle sanzioni economiche nei confronti della Cina da parte dei paesi stranieri.
L’accanimento verso il giornale
Il quotidiano, fondato 26 anni fa da Jimmy Lai, è uno dei giornali più letti di Hong Kong per le sue posizioni filo-democratiche. Per tale motivo da tempo subisce atti di repressione, soprattutto dopo l’approvazione della legge sulla sicurezza, imposta da Pechino.
Oltre agli arresti dell’editore, del direttore e di tre dirigenti, le autorità hanno bloccato i fondi del giornale, impedendo il pagamento dei lavoratori e delle varie spese. Di conseguenza è stata resa necessaria la chiusura.
La legge sulla sicurezza nazionale
Il 30 giugno 2020 il Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo, il massimo organo legislativo cinese, ha approvato all’unanimità una nuova legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong, entrata in vigore lo stesso giorno. La legge è molto vaga e pericolosa: in base alle disposizioni qualsiasi cosa potrebbe essere considerata una minaccia alla sicurezza nazionale.
Per la legge la “secessione”, la “sovversione”, il “terrorismo” e la “collusione con forze straniere” sono soggetti alla massima pena dell’ergastolo. Ma questi reati sono definiti in modo talmente ampio che qualsiasi cosa può essere un reato.
Amnesty International ha più volte documentato come il governo cinese usi il reato di “sovversione” per arrestare giornalisti, avvocati e attivisti. Infatti, subito dopo l’approvazione della legge sono state arrestate persone che possedevano bandiere, slogan politici, striscioni.
La legge conferisce poteri speciali al governo centrale cinese e all’amministrazione di Hong Kong per la supervisione e la gestione delle scuole, delle organizzazioni sociali, dei media e di internet a Hong Kong. Un punto che sta facendo vedere i suoi effetti deleteri, e che preoccupa anche la stampa straniera.
Inoltre, la normativa permette alle forze dell’ordine il potere di rimuovere i contenuti online o di ottenere i dati degli utenti senza un mandato giudiziario.
Le autorità inquirenti possono bloccare viaggi, conti, congelare o confiscare beni e censurare contenuti.
Infine la legge afferma la giurisdizione su persone che non sono residenti a Hong Kong e che non vi hanno mai messo piede. Ciò significa che chiunque sulla Terra, indipendentemente dalla nazionalità o dalla località, può essere tecnicamente considerato colpevole di aver violato questa legge e può essere arrestato e perseguito se si trova in una giurisdizione cinese, anche per il transito. I cittadini stranieri accusati che non risiedono permanentemente a Hong Kong possono essere deportati anche prima di qualsiasi processo o verdetto
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