Continua la dura repressione del dittatore Lukashenko. Non risparmia nessuno: dai giornalisti ai politici dell’opposizione che contestano le irregolarità delle elezioni. Svetlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione in esilio, nel suo intervento alla nona sessione di Euronest, forum interparlamentare dei paesi del Partenariato orientale dell’Ue, ha ricordato che la repressione nel suo Paese ha raggiunto livelli altissimi, con oltre 35.000 arresti e 3.000 casi penali aperti contro i manifestanti e i numeri continuano a crescere.
There are 369 political prisoners now in Belarus, the number continues to increase. The regime’s repressions against Belarusians peacefully fighting for freedom are escalating. It is important to hold negotiations under international mediation and new elections in Belarus. pic.twitter.com/u7PxEAiycs
— Sviatlana Tsikhanouskaya (@Tsihanouskaya) May 6, 2021
Nonostante tutto Svetlana Tsikhanouskaya, ha dichiarato la volontà di giungere a dei negoziati con il regime, consapevole che si tratta di un processo difficile e lento. L’obiettivo è quello di liberare i prigionieri oppositori e indire nuove ed eque elezioni.
Un passo indietro: le elezioni presidenziali del 9 agosto 2020
La crisi bielorussa si è innescata con la vittoria elettorale di Alexander Lukashenko, al potere dal 1994. I sostenitori dell’opposizione e la comunità internazionale parlano di brogli e di risultati truccati che permetteranno a Lukashenko di sedimentare il proprio potere.
La contestazione dei risultati elettorali ha fatto innescare in questi mesi una serie proteste di piazza in tutto il paese, immediatamente represse dal regime.
Bielorussia, migliaia di manifestanti contro “l’ultimo dittatore d’Europa” Lukashenko
La denuncia di Amnesty International: arresti arbitrari e torture ai manifestanti politici
Amnesty International nel suo rapporto “ Bielorussia: Voi non siete esseri umani“, ha denunciato arresti di massa di manifestanti pacifici, sottoposti a tortura, obbligati a rimanere nudi o in posizioni dolorose, pestati senza pietà e privati per giorni del cibo, dell’acqua potabile e delle cure mediche.
Durante e dopo le proteste, le autorità bielorusse hanno utilizzato decine di centri di detenzione per trattenere arbitrariamente i manifestanti pacifici, compresa la famigerata struttura “Akrestsina” nella capitale Minsk.
Un gruppo di avvocati tedeschi ha denunciato, presso la procura generale federale di Kaksruhe, Lukashenko per crimini contro l’umanità. La denuncia è stata fatta per conto di dieci cittadini bielorussi, che hanno dichiarato di essere stati torturati dalle forze dell’ordine, a seguito delle proteste nell’agosto del 2020.