Le autorità hanno dato il via a una massiccia operazione per rimuovere le migliaia di cercatori d’oro illegali dal territorio Yanomami, nel nord del Brasile.
Nell’operazione sono coinvolti l’Agenzia di Protezione Ambientale IBAMA, il dipartimento agli affari Indigeni FUNAI e le Forze nazionali di pubblica sicurezza.
I minatori hanno devastato il territorio, terrorizzato le comunità yanomami e provocato una catastrofica crisi sanitaria, tanto grave che il Presidente Lula l’ha definita “un genocidio”. Centinaia di Yanomami, in particolare bambini, sono morti di malnutrizione e malattie prevenibili. Migliaia di siti estrattivi sfregiano il paesaggio e sono state costruite piste aeree illegali e persino una strada.
“Sono stanco di sentire il pianto delle madri e dei padri Yanomami che hanno perduto i loro figli” ha detto Davi Kopenawa Yanomami, noto leader e presidente dell’organizzazione Yanomami Hutukara. “La morte dei nostri bambini non è colpa degli Yanomami. Noi Yanomami siamo esseri umani, ma Bolsonaro ha distrutto la nostra salute e la nostra terra. Un crimine che si sta verificando nella mia ‘casa’. Oltre a urgenti cure sanitarie, la cosa di cui abbiamo più bisogno è la protezione permanente e totale della nostra terra, in particolare nelle aree di frontiera dove vivono i Moxihatetea [Yanomami incontattati]. Ciò che è accaduto non deve ripetersi mai più.”
Un nuovo rapporto di apublica.org ha rivelato l’entità della crisi, causata dalla massiccia invasione di cercatori d’oro nel territorio Yanomami, una delle tribù del Sud America che vive in relativo isolamento. A pagare il prezzo più alto sono i bambini: tra il 2019 e il 2021, almeno 429 bambini sotto i 5 anni sono morti nel territorio indigeno per cause che potevano essere prevenute o curate come la polmonite, malnutrizione, diarrea e vermi.
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Fonte: https://www.survival.it/notizie/13617