Brasile, per la prima volta i popoli indigeni denunciano Bolsonaro

Il Raggruppamento dei Popoli Indigeni del Brasile (Apib), ha presentato una denuncia a carico del presidente Jair Bolsonaro,  presso la Corte Penale Internazionale per genocidio ed ecocidio.

Vista l’incapacità dell’attuale sistema giudiziario in Brasile di indagare, processare ed imprigionare i responsabili di azioni che costituiscono crimini contro l’umanità, genocidio ed ecocidio, allora le denunciamo dinanzi la comunità internazionale attraverso la Cpi“, ha annunciato Eloy Terena, coordinatore giuridico dell’Apib, che raggruppa diverse associazioni regionali di difesa dei diritti indigeni.

Le accuse riguardano a gestione della pandemia da Covid-19 e lo sfruttamento indiscriminato e senza misura delle risorse naturali dell’Amazzonia. Lo scorso gennaio il noto difensore dell’Amazzonia Raoni Matuktire aveva già chiesto all’Aja di indagare Bolsonaro per “crimini contro l’umanità” e per persecuzione dei popolo autoctoni con la conseguente distruzione del loro ambiente.

La disastrosa gestione della pandemia

A maggio in Brasile è stata avviata un’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia. Il tutto è stato reso necessario dopo che ad aprile erano stati registrati 87 mila morti per Covid, ovvero 3000 morti al giorno.

Dalle prime ricostruzioni è emerso che il governo avrebbe tentato di manomettere dei documenti sull’idrossiclorochina, un antimalarico che ha avuto scarsi effetti sulle persone malate di Covid.

Ma il dato allarmante è che il governo non ha risposto a 52 mail su 82 della società di biotecnologica Pfizer/Biontech.

L’inchiesta andrà avanti fino ad ottobre. Successivamente la commissione valuterà se chiedere l’incriminazione o l’impeachment.

Le folli politiche anti-indigene

Oltre alla disastrosa gestione della pandemia, ci sono anche le folli politiche di depauperamento della foresta amazzonica.

Lo scorso 13 maggio l’assemblea legislativa brasiliana ha approvato una norma che cancella l’obbligo per alcuni progetti di presentare una valutazione dell’impatto ambientale. Gli aspetti più importanti sono principalmente due: il primo elimina l’obbligo di ottenere autorizzazioni ambientali per le aziende agricole “su piccola scala”. Il secondo crea una sorta di autocertificazione per costruire strade e linee elettriche.

Ma sullo sfondo ci sono delle proposte di legge che attendono di essere approvate dal Parlamento sulla spinta della potente lobby agroalimentare, con l’obiettivo di cancellare delle norme che regolamentano la demarcazione delle terreni con gli indigeni.

Inoltre, si  registra un aumento delle violenze contro i popolazioni indigene a causa degli attacchi dei minatori illegali. A giugno le Nazioni Unite hanno denunciato il fenomeno, ribadendo la necessità di protezione federale della comunità indigena.

La Corte Suprema ha avviato un processo che potrebbe costringere il governo a rimuovere i minatori illegali e i taglia legna. Ma nel frattempo le violenze continuano e Bolsonaro continua la politica negazionista.

 

La deforestazione dell’Amazzonia

 

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 Immagine di copertina: Amazonia Onlus 

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