COP15, raggiunto l’accordo per trasformare il 30% del pianeta in aree protette

Lunedì 19 dicembre si è conclusa la COP15 a Montreal,  dove è stato approvato l’Accordo Globale per la Biodiversità, ora chiamato l’Accordo Kunming-Montreal, che dovrebbe impegnare i Paesi ad arrestare ed invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. La parte più significativa è l’impegno a proteggere entro il 2030, il 30% delle terre e delle acque considerate importanti per la biodiversità.  Attualmente, il 17% delle aree terrestri e il 10% delle aree marine sono protette.

Inoltre, nell’accordo si raccomanda  la  raccolta di 200 miliardi di dollari entro il 2030 per iniziative di conservazione della biodiversità.  Come parte del pacchetto di finanziamento, il quadro chiede di aumentare fino ad almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 il denaro destinato ai paesi poveri. Quel numero aumenterebbe a 30 miliardi ogni anno entro il 2030. Il documento finale della Cop15 raccomanda anche la riduzione dei sussidi dannosi di almeno 500 miliardi all’anno.

“L’Accordo al momento è solamente un punto di partenza: se non ci saranno un’accelerazione nell’implementazione degli obiettivi e una seria mobilitazione delle risorse, l’Accordo resterà un guscio vuoto di promesse.
L’impegno dei Paesi è stato quello di eliminare i sussidi dannosi per la natura – obiettivo che avrebbe già dovuto essere stato raggiunto nel 2020 – e di aumentare il livello delle risorse finanziare, mobilitando almeno 200 miliardi di dollari all’anno, provenienti da diverse fonti. Questo impegno deve essere assolutamente mantenuto e finalmente tradotto in azioni concrete, se vogliamo dare una chance alla natura.” ha dichiarato il WWF.

“Accolgo con favore il risultato storico di COP15 . Il mondo ha concordato obiettivi di protezione e ripristino della natura senza precedenti e misurabili e su un Fondo globale per la biodiversità. E investire nella natura significa anche combattere il cambiamento climatico. L’UE manterrà la rotta.” ha dichiarato Ursula von der Leyen. 

Per Legambiente “L’accordo finale della COP15 rappresenta un primo passo ma non è sufficiente.  Per garantirne l’efficacia, serve un’azione forte e decisa da parte dei singoli governi,  a partire dall’Italia, mettendo in campo politiche specifiche e interventi concreti per ridurre la perdita di biodiversità”.

I contrari sull’impegno di proteggere il 30% del pianeta 

Survival International l’ha definita “la grande bugia verde“. Per l’organizzazione le Aree Protette non salveranno il pianeta. Al contrario, aumenteranno la sofferenza umana e in tal modo accelereranno la distruzione degli spazi che pretendono di proteggere, perché l’opposizione locale crescerà. Coloro che soffriranno maggiormente saranno i popoli indigeni del Sud del mondo, che non contribuiscono affatto o ben poco alla distruzione dell’ambiente.

Inoltre, il 30×30 è anche un numero arbitrario che manca di un solito supporto scientifico. Le evidenze scientifiche dicono chiaramente che per fermare il collasso ecologico occorre focalizzarsi con molta più decisione sulla necessità di affrontare le cause reali della perdita di biodiversità, come il sovra-consumo.

APPROFONDISCI ANCHE: Il piano per trasformare il 30% del pianeta in aree protette: favorevoli e contrari

SOSTIENI IL BLOG 

L’approfondimento è un blog di approfondimento indipendente e gratuito. L’obiettivo è approfondire in maniera trasparente e oggettiva  le tematiche di attualità. Il lavoro di ricerca e approfondimento però richiedono tempo  e risorse. Una donazione, anche minima, sostiene il lavoro che c’è dietro e permette a tutti l’accesso gratuito ai contenuti. 



Condividi