Cosa sappiamo delle due devastanti esplosioni a Beirut

Nel tardo pomeriggio di martedì 4 agosto, due devastanti esplosioni si sono verificate a Beirut, in Libano, un paese già martoriato dalla corruzione, crisi economica e dall’epidemia da Coronavirus. La zona colpita è il porto, la principale fonte economica della capitale.
Le esplosioni hanno provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, ma si continua a cercare tra le macerie ininterrottamente.

Secondo il ministro dell’Interno Assan Diab è esploso il deposito dove erano conservate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, un composto chimico già utilizzato anche per produrre esplosivi.

Sono considerato l’esplosioni più distruttive della storia di Beirut. La loro brutalità, secondo il centro di ricerca tedesco di geoscienza, ha provocato il terremoto di magnitudo 3.5, avvertito fino a Cipro.

Incidente o terrorismo?

Sono state avanzate diverse teorie, ma quella più credibile  è l’incidente dovuto ad una eventuale negligenza e parte di un contesto governativo allo sbando. A supporto di questa tesi è la presenza di documenti che testimoniamo  come le autorità portuali avessero messo in allerta le autorità giudiziarie sulla presenza di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, già sequestrati nel 2014 e, successivamente lasciate nei magazzini. Naturalmente è tutto da accertare: dalle dinamiche alle cause.

Un drone della CNN mostra la distruzione di Beirut il giorno dopo

 

Photo credits: Hussein Malla/Ap

 

Condividi