Covid-19, circa 2000 visoni abbattuti. La Lav chiede la chiusura degli allevamenti

Questa settimana la Lav ha avuto conferma di quanto si sospettava da novembre, ovvero il coronavirus si è diffuso nel 100% dei visoni in un altro allevamento di Padova ed i circa 2.000 animali presenti saranno quindi abbattuti nei prossimi giorni.

L’indagine amministrativa della Lav ha permesso di scoprire le prime positività a gennaio, quando le autorità sanitarie hanno effettuato lo screening diagnostico obbligatorio.

Tra gennaio-marzo ulteriori accertamenti hanno rilevato positività agli anticorpi SARS-CoV-2 specifici nel 100% degli animali campionati per i test sierologici neutralizzanti, a dimostrazione che il Coronavirus ha interessato tutto l’allevamento anche nel periodo precedente l’inizio dello screening.

La sospensione temporanea degli allevamenti non basta

Nonostante vi sia una densità di popolazione ridotta per effetto della sospensione, questi allevamenti continuano ad essere dei serbatoi del coronavirus, rappresentando una costante minaccia per la salute pubblica.

Nonostante la scoperta di focolai italiani e europei, in Italia solo a dicembre il ministero della Salute ha introdotto per la prima volta da inizio pandemia, la sorveglianza diagnostica obbligatoria consistente nella effettuazione di 60 test virologici (tamponi) ogni 15 giorni in ogni allevamento di visoni.

Per la Lav è necessario vietare subito gli allevamenti di visoni  e in generale di animali destinati alla mera produzione di pellicce. Gli altri Paesi lo hanno fatto ed oggi non devono affrontare questi focolai.

 

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Covid-19, filmato l’abbattimento di migliaia di visoni in un allevamento di visoni

Immagine di copertina: Lav.it

 

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