Il “decreto Ong” è legge

Il 14 febbraio la Camera  con 202 sì e 136 no, ha votato la fiducia sul disegno di legge di conversione del decreto 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.

 

Il 23 febbraio è toccato al Senato che ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto con 84 voti a favore e 61 contrari.
“Con questo voto l’Italia ha scelto di prolungare la sofferenza di esseri umani.
Anche se da oggi salvare vite umane diventerà più difficile, noi continueremo ad essere in mare per salvare chi rischia la propria vita in cerca di un futuro migliore” ha scritto Emergency sull’account Facebook.

Le Ong hanno sollecitato più volte il Parlamento a non votare il Disegno di Legge di conversione del decreto ONG, perchè “ridurrà le capacità di soccorso in mare e renderà ancora più pericoloso il Mediterraneo centrale”, una delle rotte migratorie più letali al mondo. Per le organizzazioni il decreto legge italiano “contraddice il diritto marittimo internazionale, i diritti umani e il diritto europeo.

Mary Lawlor, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, ha dichiarato che “i procedimenti in corso contro le ONG impegnate nelle attività di ricerca e soccorso sono una macchia che oscura l’Italia e l’impegno dell’UE per i diritti umani”.

In una lettera indirizzata al ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, la commissaria per i diritti umani Dunja Mijatović ha invitato il governo a prendere in considerazione il ritiro o la revisione del decreto legge n. 1/2023. Le disposizioni del Decreto potrebbero ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle ONG e, quindi, essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale. Il Commissario ha rilevato inoltre che alle navi delle ONG sono stati assegnati luoghi sicuri lontani per sbarcare le persone soccorse in mare, come i porti del Centro e Nord Italia.

 

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