Un rapporto di Amnesty International intitolato “Tutto questo finirà solo quando sarai morto”, denuncia l’operato dei servizi segreti egiziani che si occupano prevalentemente dei casi politici e di terrorismo.
Si tratta degli stessi servizi segreti chiamati a giudizio dalla Procura di Roma per la barbara uccisione di Giulio Regeni.
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Il rapporto
I funzionari dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) stanno abusando dei loro poteri per punire e intimidire gli attivisti politici e dei diritti umani, in totale violazione del diritto internazionale.
Si tratta, secondo Amnesty International, di un vero e proprio “sistema della paura” che, attraverso convocazioni illegali, interrogatori che costituiscono trattamenti crudeli, inumani e degradati e misure cautelari sproporzionate cerca di ridurre al silenzio gli attivisti e le attiviste e di distruggere le loro vite.
Il rapporto contiene 28 testimonianze di uomini e donne che, tra il 2020 e il 2021, sono stati minacciati di arresto e processo. Si tratta di giornalisti, attivisti, avvocati e politici.
Almeno 20 di loro hanno descritto l’ansia e la depressione causate dalla costante paura di finire agli arresti e dall’impossibilità di condurre una vita normale. Molti di loro hanno rinunciato a esprimere le loro opinioni o a prendere parte ad attività politiche e alcuni sono stati costretti ad andare in esilio.
Gli interrogatori alle persone sospette di attivismo
Durante gli interrogatori i funzionari dell’Agenzia per la sicurezza nazionale pongono domande sulle opinioni politiche, le attività, comprese quelle social, e sui movimenti o associazioni per i diritti umani.
Inoltre, gli agenti fanno domande personali, esaminano senza autorizzazione telefoni e profili social e minacciano il ricorso al carcere o alla tortura e anche rappresaglie sui familiari degli interrogati se questi non forniranno le informazioni richieste. Al termine, vengono ammoniti a non esercitare ulteriormente i loro diritti alla libertà di espressione, di associazione o di manifestazione pacifica. Tutti gli interrogatori si svolgono senza avvocati.
La sorveglianza
In diversi casi, gli attivisti e i difensori dei diritti umani che hanno scontato anche tre anni di carcere vengono obbligati, alla fine della pena, a presentarsi regolarmente negli uffici dell’Nsa presso le stazioni di polizia o in strutture autonome dell’agenzia, dove rimangono per ore o giorni privati della libertà, senza alcuna ragione legale.
Queste misure sono una privazione arbitraria della libertà e sono del tutto diverse dalle misure richieste dai giudici. In alcuni casi, queste persone vengono anche torturate e i loro diritti al lavoro e alla vita familiare sono fortemente compromessi.
E’ molto difficile stabilire il numero delle persone sottoposte sorveglianza in assenza di registro e di ordinanze della magistratura.
Non solo, è pure impossibile ricorrere e chiedere dei risarcimenti perchè i servizi segreti egiziani sono al di sopra del sistema giudiziario. Di conseguenza le procure egiziane sono complici delle violazioni dei diritti umani commesse dall’Nsa.