A Milano va avanti il contenzioso riguardo il ricorso d’urgenza presentato dai commissari straordinari dell’ex Ilva, contro la decisione di ArcelorMittal di recedere dal contratto d’affitto.
Nella memoria depositata dai legali dei commissari emerge un punto importante: la volontà dell’azienda di voler dimezzare i dipendenti, un modo di operare tipico del “capitalismo d’assalto“, secondo il quale ” se a valle dell’affare concordato si guadagna, allora guadagno io, mentre se si perde, perdiamo insieme“.
Il modus operandi di ArcelorMittal
ArcelorMittal ormai segue da tempo un copione ricorrente: compra uno stabilimento, annuncia grandi progetti di rilancio e poi chiude, determinando dei costi sociali non indifferenti.
L’azienda giustifica queste chiusure perchè le fabbriche sono troppo piccole, vecchie, per il calo della produzione dell’acciaio o per mancanza di alcuni presupposti, come lo scudo penale come è avvenuto nel caso di Taranto, e considerato dai commissari una falsità.
Secondo quanto scritto sul giornale Vivavoceweb, dietro questo rituale del compra- annuncia piani – chiude , ArcelorMittal ottiene due effetti: abbatte il concorrente e acquisisce quote di mercato.
Non solo, come viene spiegato nel servizio delle Iene sul caso di Liegi , un altro stabilimento chiuso da ArcelorMittal, vi è la questione delle quote di CO2. L’Unione Europea ha concesso all’azienda delle quote di CO2 per produrre e quindi creare occupazione. Nel tempo l’azienda ha iniziato a ridurre il personale, fermare gli altiforni e svuotare i magazzini. Così facendo ha ridotto la produzione, l’emissioni di CO2 e le quote inutilizzate le ha vendute.
Di conseguenza l’industria a Liegi è stata chiusa, Mittal ci ha guadagnato e i lavoratori si sono trovati senza un lavoro e con tutte le conseguenze psicofisiche (suicidi, depressione…) che comporta questo tipo di situazione sociale.
Come funziona il mercato dell’emissioni di CO2
Dal 2005 l’Unione Europea ha introdotto una specie di mercato dell’emissioni di CO2, chiamato Emission Trading System per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Le aziende hanno a disposizione delle quote che permettono di emettere una determinata quantità di CO2 durante l’anno solare. Queste quote sono cedibili: le aziende possono ricevere e acquistare all’asta le quote dell’altra azienda. Questo, secondo quanto detto nel servizio delle Iene, sarebbe parte del “capitalismo predatorio” di ArceloMittal.