Ex Ilva, la Cedu condanna nuovamente l’Italia

La Cedu ha emesso quattro nuove condanne ai danni dell’Italia a causa delle emissioni dell’ex Ilva responsabili di mettere a rischio la vita dei cittadini. Le condanne seguono la motivazione della nota sentenza emessa dalla Corte nel 2019. Da allora il caso è all’esame davanti al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che deve verificare se il Paese ha messo in atto tutte le misure necessarie per salvaguardare la salute degli abitanti.

La Cedu sottolinea che l’anno scorso il comitato dei ministri ha stabilito che “le autorità italiane non avevano fornito informazioni precise sulla messa in atto effettiva del piano ambientale, un elemento essenziale per assicurare che l’attività dell’acciaieria non continui a rappresentare un rischio per la salute”.

Dalla documentazione del comitato dei ministri risulta che il governo italiano ha presentato lo scorso 5 aprile nuovi elementi sull’attuazione del piano ambientale in vista di un nuovo esame del caso il prossimo giugno.

Ancora una volta viene certificato, dunque, che nulla è cambiato nell’esposizione al pericolo della nostra comunità. Il governo è in uno stallo totale ed è per questo che, proprio l’altro giorno, ha provato a dirottare nuovi fondi verso la fabbrica che erano destinati alle bonifiche.
Quella fabbrica non può essere salvata e davvero non si comprende l’ostinazione nell’impresa impossibile di renderla compatibile con la salute umana con sperpero intollerabile di fondi pubblici. Con quelli a disposizione col PNRR sarebbe assai più percorribile, oltre che doveroso, investire sulla chiusura del sito e sulla riconversione del territorio, non ci stancheremo mai di pretenderlo!” ha dichiarato l’associazione Giustizia per Taranto.

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