Taranto, ex Ilva: lo studio dell’Oms conferma il danno sanitario

Questa mattina è stato presentato il Rapporto di valutazione d’Impatto Sanitario per Taranto, commissionato dalla Regione Puglia all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo studio conferma le precedenti valutazioni che dimostrano l’esistenza di un misurabile danno sanitario dovuto alle attività industriali.

“Governo che è l’unico soggetto che può intervenire, sia come proprietario della fabbrica sia come autorità per la tutela della salute e dell’ambiente, esclusivamente competente per legge. 
La Regione Puglia che pure è stata totalmente espropriata da anni dei poteri di controllo ambientale e industriale sulla fabbrica, ha voluto comunque questo studio che oggi viene presentato al fine di tutelare il diritto alla salute dei suoi cittadini, informando correttamente e attraverso un organismo internazionale così autorevole l’opinione pubblica e il Governo della reale situazione”. Così il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato lo studio. 

Lo sintesi dello studio 

Secondo l’Oms l’acciaieria di Taranto, pur rappresentando un’importante risorsa economica del Paese, “ha diversi decenni un impatto ambientale negativo, con notevoli emissioni di vari inquinanti che interessano vaste aree, anche densamente popolate come la stessa città di Taranto e i Comuni circostanti”. Lo studio riscontra eccessi di mortalità e numerose malattie documentati, denotando un preoccupante profilo sanitario per la popolazione locale.

Il Direttore del Dipartimento Ambiente dell’Istituto Superiore di Sanità e già coordinatore del Rapporto OMS, Marco Martuzzi, ha sottolineato che l’impatto dell’impianto siderurgico sulla salute è stato quantificato in modo affidabile sull’emissioni nell’aria registrate in questi anni.

Nel dettaglio il rapporto Oms calcola circa 270 morti premature (il range ariva anche a 430 decessi evitabili) nei soli 10 anni relativi allo scenario produttivo pre-AIA 2010. Se fossero applicate le prescrizioni AIA 2015, le morti premature non superebbero le 50 unità nel corso dei 10 anni. I maschi rappresentano il 59% della mortalità totale.

L’Oms ha anche quantificato il danno economico dovuto alla mortalità prematura per l’area metropolitana di Taranto, pari a 85 milioni di euro  l’anno per la situazione pre-AIA 2010, che passerebbe  a 53 milioni di euro per lo scenario produttivo intermedio dell’AIA 2012 e rimarrebbe comunque a 15 milioni di euro l’anno se fossero applicate le prescrizioni post-AIA 2015.

Lo studio si limita solo agli adulti e non considera gli effetti derivanti dall’esposizione a più sostanze chimiche contemporaneamente, ne alle contaminazioni di acque, suoli e alimenti. 

 

 

 

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