Ferdinand “Bongbong” Marcos jr, il figlio dell’ex dittatore Marcos, è il vincitore delle elezioni presidenziali filippine.
Sulla base del conteggio parziale, Marcos, ha ottenuto 23.552.103 voti. Mentre la sua rivale Maria Leonor “Leni” Robredo, avvocata dei diritti umani, si è classificata seconda con 11.183.118 voti. Il risultato definitivo è atteso nei prossimi giorni.
In campagna elettorale Marcos si è presentato come un leader unificatore, ma le sue argometazioni sono state molto vaghe e intente a riabilitare l’immagine del padre.
Per i suoi seguaci, “Marcos non è l’erede di un regime illegittimo, ma un tentativo di dare giustizia al padre ingiustamente deposto e assassinato e riconquistare il suo legittimo trono“, ha scritto l’editorialista Rigoberto Tiglao su The Manila Times.
Il fallimento della transizione democratica
L’elezione del figlio dell’ex dittatore, riflette il fallimento della transizione del paese alla democrazia. Il nascente sistema democratico formatosi dopo la caduta di Marcos aveva tutte le caratteristiche di una vera democrazia – una costituzione liberale, elezioni competitive, una stampa libera e una vivace società civile – ma la ricchezza e il potere era concentrata nelle mani di poche famiglie, mentre milioni di persone vivevano in miseria. La corruzione, la crescente disuguaglianza, il blocco delle riforme e la povertà hanno alimentato la frustrazione con lo stallo democratico.
Immagine di copertina: Misamis Oriental
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