Ventisei anni fa, il Parlamento italiano metteva al bando le mine antiuomo, grazie alla battaglia di associazioni come Emergency e di cittadini e cittadine.
Franca Faita, già operaia della fabbrica Valsella a Brescia, sindacalista e cavaliere del lavoro, è stata una di queste, perchè si è battuta contro la fabbrica di mine più grande d’Italia.
La storia di Franca
Franca iniziò a lavorare in Meccanotecnica nel 1967. Fino al 1980 l’azienda produceva televisori e mobili in plastica.
Dopo una prima crisi del settore l’azienda mise gli operai in cassa integrazione per 12 mesi.
Nel 1985 la ditta informò i lavoratori che sarebbe diventata un’azienda militare, incorporando la ditta Valsella con i 60 dipendenti.
Così divenne Valsella Meccanotecnica. Da allora la fabbrica iniziò a produrre mine antiuomo. Gli stipendi aumentarono e non ci fu più bisogno di fare scioperi e proteste. Si andò avanti in questo modo per 10 anni. Nell’ambiente sindacale ci si chiedeva per chi fossero tutte queste mine che venivano prodotte.
Nella sua breve storia la ditta Valsella produsse oltre 30 milioni di mine.
Illuminante per Franca fu l’incontro con Gino strada, il fondatore di Emergency, impegnato a portare soccorso sanitario in zone di guerra.
Gino raccontò a Franca che le mine stavano provocando tantissime vittime civili, con la guerra non c’entravano nulla e nemmeno con la difesa del territorio.
Franca dopo quell’incontro, meditò al licenziamento, ma si rese conto che se andava via, l’azienda avrebbe comunque continuato a produrre mine.
Da allora iniziò ad approfondire e a parlarne con le altre operaie anche fuori dai cancelli della fabbrica.
Nel 1994 a Brescia si tenne il primo incontro internazionale contro le mine e in quell’occasione parteciparono 5 operai, tra cui anche Franca.
In quell’occasione si presentarono con uno striscione con una domanda lecita “perchè per lavorare e vivere dobbiamo produrre mine che uccidono?”. Sempre più gente capiva e seguiva la battaglia anti mine, questo legittimò ulteriormente la richiesta di una riconversione della fabbrica.
La vita in fabbrica di Franca, ormai attivista, divenne molto dura, anche perchè veniva controllata a vista. Alle operaie attiviste la battaglia costò 18 mesi di cassa integrazione senza stipendio.
Le legge 374/1997
Dal 1994 la Valsella non produsse più mine, non per volontà dell’azienda., ma per le battaglie che hanno portato all’approvazione della legge 374 del 1997.
Nel 1998 la società fu messa in liquidazione e fu prelevata da un’altra azienda. Venne fatto anche un accordo sindacale per distruggere tutto quello che riguardava la produzione di mine antiuomo. A lei fu dato il compito di distruggere tutta la documentazione aziendale che riguardava la sperimentazione, produzione e il commercio delle mine antiuomo.
Fonte immagine di copertina: video di Tv 2000- Siamo Noi