A 15 anni dall’inizio del blocco israeliano su Gaza, ancora 2,1 milioni di persone vivono reclusi, in quella che di fatto è una prigione a cielo aperto. Un’intera generazione di giovani palestinesi, oltre 800 mila, hanno trascorso la loro intera vita in questa situazione di crisi umanitaria.
Oltre ai danni fisici, alle privazioni economiche e alla mancanza di accesso a servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, il blocco ha peggiorato le condizioni psicologiche di molte bambine, bambini e adolescenti.
E’ la denuncia lanciata da Oxfam e Save The Children alla vigilia del quindicesimo anniversario dall’inizio del blocco imposto sulla Striscia.
La condizione delle bambine e bambini
Dai dati emersi dal rapporto di Save the Children emerge che l’80% dei bambini di Gaza, soffrono di disagio emotivo. Una percentuale, sempre più in aumento rispetto al 55% del 2018, quando è stato realizzato uno studio simile. Il rapporto mette in evidenza un notevole peggioramento delle condizioni in cui sono costretti a vivere bambine, bambini e adolescenti e come la situazione attuale abbia un impatto profondamente negativo sul loro benessere e sulla speranza in un futuro migliore.
Il rapporto ha rilevato un considerevole aumento di bambini che hanno riferito di sentirsi spaventati (84% rispetto al 50% del 2018), nervosi (80% rispetto al 55%), tristi o depressi (77% rispetto al 62%) e in lutto (78% contro 55%). Più della metà di loro ha pensato al suicidio (il 55% di loro) e tre su cinque hanno commesso atti di autolesionismo (59%).
La richiesta delle Ong
Le Ong chiedono alle Nazioni Unite e agli Stati membri di utilizzare la diplomazia per porre fine al blocco, all’occupazione e a lavorare affinchè si creino le condizioni per rinnovare i colloqui tra le parti in conflitto e arrivare ad una giusta soluzione.
Qualche cenno sul blocco di Gaza
Nel 2006 Hamas – l’organizzazione politica, sociale e militare- considerata da Israele e Usa, “terroristica”, vinse l’elezioni politiche in Palestina.
Inizialmente il nuovo governo fu formato da Fatah, ma nel 2007 Hamas prese il pieno potere a Gaza.
Israele dichiarò Gaza come “territorio ostile”. E da allora Tel Aviv impose sulla Striscia il blocco militare, terrestre e navale, limitando le importazioni di beni, l’erogazione dei servizi, tra cui anche l’energia elettrica. Questa operazione sin da subito determinò una vera e propria crisi umanitaria che va avanti ancora tutt’oggi.