Il Governo italiano ha revocato le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, coinvolti nella guerra in Yemen.
Continua inoltre a rimanere in vigore anche la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi.
Grande soddisfazione è stata espressa da una delle firmatarie della risoluzione, Lia Quartapelle (PD)
Il governo ha revocato la licenza per l’export di bombe e missili a Emirati e Arabia Saudita coinvolti nella guerra in Yemen.
Una decisione ferma presa nonostante le tante pressioni che anticipa le scelte dell’amministrazione Biden.
Un impegno per la pace voluto dal Parlamento pic.twitter.com/YsEGRX5IWA— Lia Quartapelle 🇮🇹🇪🇺 (@LiaQuartapelle) January 29, 2021
Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dichiarato in un post: “Oggi vi annuncio che il Governo ha revocato le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Un atto che ritenevamo doveroso, un chiaro messaggio di pace che arriva dal nostro Paese. Il rispetto dei diritti umani è un impegno per noi inderogabile”.
Questo importante risultato è stato ottenuto anche grazie alle pressioni della società civile, delle associazioni e organizzazioni internazionali come Amnesty International, Save The Children, Oxafam, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Finanza Etica, European Center for Constitutional and Human Rights, Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile, Movimento dei Focolari e Mwatana for Human Rights.
La risoluzione votata lo scorso 22 dicembre
Lo scorso 22 dicembre la Commissione Esteri della Camera approvò la risoluzione che chiedeva la sospensione dell’export di alcuni tipi di armenti alla coalizione saudita. La risoluzione impegnava l’Esecutivo “a mantenere la sospensione della concessione delle nuove licenze per bombe aeree missili che possono essere utilizzati a colpire la popolazione civile e, della loro componentistica verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi” e “ a valutare la possibilità di estendere tale sospensione anche alle altre tipologie di armamenti fino a quando non ci saranno concreti sviluppi sul processo di pace“.
Inoltre, si chiedeva di adottare gli atti necessari per revocare le licenze in essere e le misure sospensive nei confronti di tutti i Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen”.
Lo scorso 17 settembre anche Parlamento europeo votò la risoluzione che chiedeva di “avviare un processo finalizzato ad un embargo dell’UE sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita e altri membri della coalizione a guida saudita“.
La revoca dell’export delle armi
Secondo quanto appreso dalla Rete Italiana Pace e Disarmo il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio 2019 tra le quali la licenza MAE 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi (relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro). Secondo le elaborazioni di Rete Italiana Pace e Disarmo la revoca per questa sola licenza cancellerà la fornitura di oltre 12.700 ordigni.
Per Save The Children la revoca delle licenze conferma la necessità d’indagare sulla responsabilità penale di UAMA e RWM Italia nelle esportazioni di bombe della serie MK durante il periodo del conflitto, come denunciato alla magistratura da alcune organizzazioni, in attesa di una decisione del GIP in merito al proseguimento dell’indagine.
Immagine di copertina: Rete Italiana Pace e Disarmo