Green Pass, i problemi che potrebbero riscontrare le persone transgender

Dal 6 agosto per poter accedere in luoghi pubblici al chiuso e ad alcuni servizi occorre avere il Green Pass.
Questa soluzione però non prevede e nè considera l’esistenza di persone transgender e/o non binarie, il cui diritto alla privacy potrebbe essere leso nel caso in cui i documenti riportassero un nome non corrispondente al nome e genere con cui la persona è conosciuta socialmente.

La norma vigente riporta che “la verifica dell’identità della persona ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione. Si rende necessaria in caso di abuso o di elusione delle norme, come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza dei dati anagrafici contenuti nella certificazione». Viene poi sottolineato che «qualora si accerti la non corrispondenza fra il possessore della certificazione e l’intestatario della medesima, la sanzione si applica solo all’avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità a carico dell’esercente.”

Le conseguenze

Questo significa che si rischia di esporre le persone in transizione a una disvelazione pubblica di un dato personale. Di conseguenza si  potrebbero creare situazioni ostili e discriminatorie. 

Il secondo punto è che le persone pur essendo in regola con la documentazione e, teoricamente, con gli stessi diritti, potrebbero pagare una sanzione e non usufruire dei servizi.

La legge 162/82 è ormai obsoleta 

L’associazione Gruppo Trans ha inviato un appello al governo affinchè si renda conto che la legge 162/82 è ormai obsoleta. Difatti questa normativa oggi limita la vita di molte persone, costrette a un iter lunghissimo e a passare in un’aula di tribunale per ottenere un documento che li riconosca nei  rapporti sociali quotidiani. Nel frattempo sono costrette a rivelare il loro percorso di genere, esponendoli a situazioni discriminatorie e violente. 

In attesa dell’intervento del legislatore, l’associazione Gruppo Trans ha messo a disposizione un team legale per supportare le persone che, pur avendo il Green Pass, si sono trovate in situazioni sopra citate. Basta inviare  la propria segnalazione al seguente form e raccontare l’accaduto.

L’associazione ha anche indicato le tre buone prassi che un operatore nel controllare dovrà seguire:

  • non leggere mai ad alta voce i dati della persona e rispettare il diritto alla privacy
  • non presumere o dare per scontato il genere della persona che si ha davanti e non commentare o porre domande se il nome della persona non soddisfa le aspettative di genere. 
  • se c’è una necessità di un confronto è preferibile farlo in un posto più protetto. 

 

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