Alla vigilia dell’inizio del Festival di Sanremo, Greenpeace e Fridays for Future denunciano l’ennesimo caso di greenwashing (ecologia di facciata) di Eni, il colosso del petrolio e del gas, che sarà sponsor del festival per lanciare la sua nuova compagnia Plenitude. Per Greenpeace e Fridays for Future si tratta di una strategia volta a nascondere le proprie responsabilità nella crisi climatica.
Il piano di investimento 2021-24 di Eni
Da quanto emerge dall’analisi del nuovo piano d’investimenti 2021-24, l’azienda nel breve periodo ha in programma l’incremento dell’estrazioni di gas e petrolio, con il conseguente aumento delle emissioni.
La volontà dell’azienda di puntare su gas e petrolio emerge anche dall’analisi del capex: nel 2021-2024 il 65% del capitale sarà dedicato all’estrazione di idrocarburi e appena il 20% per il “green”. In cifre il capitale investito in idrocarburi per 4 anni sarà di 18 miliardi di euro, mentre per gli investimenti green sarà pari a 4 miliardi di euro ( 1 miliardo all’anno). In totale il capex 2021-2024 sarà pari a circa 28 miliardi, di cui dunque 18 andranno a gas e petrolio. E persino meno del 20% a energie rinnovabili come solare o eolico, poiché tra le attività “green” ENI include – oltre alle rinnovabili – anche bioraffinerie e settore retail gas & power, che non sono affatto verdi.
Per Greenpeace è inaccettabile che Eni sfrutti la vetrina di Sanremo per fare greenwashing e promuovere un’immagine aziendale attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà.
Per Fridays for Future Italia il fatto che il principale evento musicale italiano sia sponsorizzato dalla principale responsabile di questa emergenza è un fatto gravissimo.
Immagine di copertina: Greenpeace.org