I sindaci ‘ribelli’ che registrano i figli delle coppie LGBTQ+

Nonostante la netta condanna del Parlamento Ue per lo stop alle registrazioni dei figli delle coppie LGBTQ+,  la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella ha invitato i sindaci a rispettare la sentenza della Cassazione. 

Negli ultimi giorni e settimane  alcuni sindaci hanno deciso “disobbedire” e continuare a registrare i figli delle coppie LGBTQ+. E’ il caso del sindaco di Padova, Santarcangelo, Mira, San Lazzaro di Savena, Trento, Cellole, Savona, Matera. Ma la lista è destinata ad aumentare.

Ad oggi, in Italia non esiste una legge che tuteli le famiglie arcobaleno. Il riconoscimento può avvenire solo per il genitore biologico. L’unico modo per ovviare a questa condizione sarebbe l’adozione, ma l’iter è lungo e complesso, seppur possibile.

La condanna del Parlamento Ue al governo 

Il Parlamento Ue ha approvato un emendamento dove invita il governo italiano a revocare immediatamente  il blocco alle registrazioni dei certificati di nascita dei figli delle coppie Lgbtq+. Nello specifico il Parlamento “condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali”. Inoltre “ritiene che questa decisione del governo porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”.

Per il Parlamento Ue, l’azione del governo italiano “costituisce una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.” Inoltre, il Parlamento ha espresso  preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtq+.

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