Con 116 voti, l’Assemblea di Palazzo Madama ha eletto Presidente del Senato Ignazio La Russa.
Con 116 voti, l’Assemblea di #PalazzoMadama ha eletto #PresidentedelSenato il senatore @Ignazio_LaRussa pic.twitter.com/5Wcv7xTF7O
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) October 13, 2022
La Russa è stato eletto con i voti dell’opposizione, mentre i 16 senatori di Forza Italia non hanno votato, tranne la Casellati e Berlusconi. ”Ringrazio chi mi ha votato pur non facendo parte del centro destra” ha dichiarato il presidente del Senato La Russa.
La storia politica di Ignazio La Russa
Il presidente La Russa è un politico di lungo corso, è stato protagonista della nascita di Alleanza Nazionale, poi co-fondatore insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto di Fratelli d’Italia. Ha assunto anche ruoli di governo e istituzionali: nel 2008 è stato ministro della Difesa durante il governo Berlusconi, nella XVIII legislatura ha ricoperto il ruolo di vice-presidente del Senato.
Ignazio La Russia nacque 75 anni fa a Paternò (Catania). Suo padre Antonino La Russia era stato segretario del Partito nazionale fascista della città. Nel secondo dopoguerra venne eletto senatore con il Movimento Sociale Italiano (MSI). Ignazio e suo fratello seguirono le orme del padre e iniziarono la loro militanza nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.
Nel 1985 fu candidato alle elezioni regionali in Lombardia dall’MSI, venendo eletto nel collegio di Milano con 24. 096 preferenze in consiglio regionale della Lombardia. Successivamente venne riconfermato alle regionali lombarde del 1990 con 13.807 preferenze.
La svolta di Fiuggi
Nel 1992 entrò in Parlamento, alla Camera. Nel 1995 avvenne la svolta, contribuendo alla fondazione di Alleanza Nazionale, guidata da Gianfranco Fini.
Nel 1996 venne rieletto nuovamente nel collegio uninominale Milano 2 per il Polo per le Libertà con il 47,77% (superando Carlo Paris dell’Ulivo con il 37,18%) e nel 2001 per la Casa delle Libertà con il 52,03%, sopravanzando Marco Lamonica dell’Ulivo (38,36%), diventando capogruppo di AN dal 4 giugno 2001 all’8 ottobre 2003.
Nel 2008 fu nominato ministro della Difesa con il nuovo governo Berlusconi IV, l’11 maggio 2008 divenne reggente di AN; detenne quest’ultima carica fino all’ingresso di Alleanza Nazionale nel Popolo della Libertà, fatto avvenuto il 29 marzo 2009, venendo poi nominato coordinatore nazionale del PdL assieme a Sandro Bondi e Denis Verdini.
La fondazione di Fratelli d’Italia
Il 17 dicembre 2012, dopo l’uscita dal Popolo della Libertà, assieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto, fondò il nuovo partito Fratelli d’Italia. Alle politiche del 2013 fu rieletto deputato con Fratelli d’Italia, optando per il seggio nella circoscrizione Puglia.
Dopo decenni alla Camera dei Deputai, 28 marzo 2018 venne eletto senatore e vicepresidente del Senato della Repubblica con 119 voti.
Le nostalgie fasciste
Nel video che risale al 2018, la Russa mostra cimeli fascisti, bassorilievi e una statua del duce Benito Mussolini
Immagini del Ventennio, foto del colonialismo fascista, camice nere e Balilla. Ma soprattutto bassorilievi, busti e statue del Duce nella casa di Ignazio La Russa, possibile futuro presidente del Senato. Seconda carica dello Stato. #matrice pic.twitter.com/pKOFyHrd6V
— Alekos Prete (@AlekosPrete) October 11, 2022
Recentemente ha detto che «i conti con il passato li facemmo già a Fiuggi» e che in Fratelli d’Italia «non c’è spazio per i nostalgici», ma le polemiche sulle varie esternazioni tornano. Nel 2020, durante la pandemia scrisse: “non stringete la mano a nessuno, il contagio è letale. Usate il saluto romano, antivirus e antimicrobi». Dopo pochi minuti lo eliminò e si giustificò dicendo che era stato un suo collaboratore a pubblicarlo.
Sul 25 aprile, La Russa propose di farla diventare la giornata di tutti i caduti delle guerre e delle vittime del virus. Il 25 aprile del 2009 disse: “I partigiani rossi meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà”.
Di recente, durante un diverbio con Michele Emiliano ha dichiarato: “Siamo tutti eredi del Duce – se intendi eredi di quell’Italia dei nostri padri, dei nostri nonni e dei nostri bisnonni”.