Il Comune di Pontassieve elimina l’iva sui prodotti igienici femminili

Il ciclo non è un lusso.
Dal 1 marzo, presso la farmacia comunale di Pontassieve (Firenze), i prodotti igienici femminili essenziali – assorbenti interni, esterni, coppette mestruali – sono in vendita senza la tassazione del 22% e con un ulteriore sconto applicato dal Comune. 

L’iniziativa arriva dopo la votazione all’unanimità, in Consiglio comunale, della proposta dei gruppi Pd e Lista Civica Monica Marini Sindaca, che invitava l’Amministrazione a mettere in campo azioni che spingessero a sensibilizzare su questo tema, con azioni concrete proprio a partire dall’abbattimento della tassazione su questi prodotti igienici femminili essenziali.

In Italia il ciclo mestruale  rimane un lusso

Il provvedimento del Comune di Pontassieve è volto a sensibilizzare sul tema di un’imposta iniqua, applicata a un bene definibile come primario. “In Italia – riporta il testo della mozione – sono in vigore tre aliquote Iva: 4 % (aliquota minima, applicata alle vendite di generi di prima necessità); 10% (aliquota ridotta, applicata a determinati prodotti alimentari, a particolari operazioni di recupero edilizio e ai servizi turistici): 22% (aliquota ordinaria, per tutto il resto) e che i prodotti sanitari per il ciclo mestruale, nonostante costituiscano un bene primario, sono sottoposti all’Iva del 22% cioè l’aliquota massima contemplata dal sistema fiscale italiano, equiparandoli a beni di lusso”.

Lo scorso dicembre la deputata Laura Boldrini ha presentato per la seconda volta un emendamento che prevedeva il taglio dell’imposta dal 22% al 5% sui prodotti igienici femminili. L’emendamento purtroppo è stato bocciato.

L’emergenza sanitaria e sociale in corso stanno incidendo in maniera diseguale tra uomini e donne. La pandemia ha peggiorato ulteriormente la condizione femminile, impattando sui carichi di lavoro domestici conseguenti alla chiusura di scuole e servizi e diminuendo quindi le opportunità di conciliazione vita-lavoro. Nonostante tutto la politica italiana continua ad essere miope e incapace di intercettare le esigenze delle persone.

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