L’undicesimo anniversario della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, nota come Convenzione di Istanbul, è stata approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l’11 maggio 2011 a Istanbul.

L’Italia ha sottoscritto la Convenzione  il 27 settembre 2012 e il Parlamento ha autorizzato la ratifica con la legge n. 77/2013.

Il 20 marzo 2021, la Turchia, il primo paese a ratificare la Convenzione, ha revocato la partecipazione con un decreto del presidente Erdogan.

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Cosa prevede la Convenzione

La Convenzione di Istanbul riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani. Ne consegue che gli Stati sono ritenuti responsabili se non garantiscono risposte adeguate per prevenire tale violenza.

Il trattato individua nuove tipologie di reati penalmente perseguibili, come la violenza domestica (fisica, psicologica…)  le mutilazioni genitali femminili, l’aborto forzato, lo stalking, il matrimonio forzato e la  sterilizzazione forzata

Gli obblighi degli Stati: le quattro P

Gli Stati hanno l’obbligo e il dovere di prevenire, attraverso azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, con  la formazione dei professionisti che devono assistere le vittime, e  la cooperazione tra ong, mass media e settore privato.

L’altro obbligo è proteggere, con particolare attenzione alla sicurezza e ai bisogni delle vittime, attraverso l’istituzione di case rifugio, case di accoglienza, assistenza psicologica e legale gratuita.

Oltre alla prevenzione, gli Stati devono garantire che la violenza sulle donne sia penalizzata e debitamente punita e che le vittime abbiano accesso a misure di protezione speciale nel corso dei procedimenti penali.

Infine occorrono politiche integrate e globali con le misure sopra elencate, affinchè si offra una risposta onnicomprensiva alla piaga della violenza sulle donne.

Passi in avanti, ma la Convenzione è in gran parte da attuare

In Italia, da un punto di vista della repressione sono stati fatti dei passi in avanti,  ma serve ancora una vera e propria rivoluzione culturale.

Il 22 febbraio 2022 è stato presentato al Senato il nuovo disegno di legge in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza domestica e nei confronti delle donne. Si è trattato di un intervento necessario per correggere alcune  norme frettolosamente approvate con la riforma penale.

Il 27 aprile 2022 è stata approvata in via definitiva la legge “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere”. Con questa legge l’Italia dà attuazione a quella parte della Convenzione di Istanbul che impone ai governi una raccolta dati sistematica e costante sulla violenza.

Per quanto riguarda la protezione e il sostegno alle vittime, i centri antiviolenza, nonostante la loro importante funzione, ricevono ancora pochi finanziamenti  e con troppe procedure ferraginose.

L’Italia è indietro anche con la prevenzione e le politiche integrate. Come dice la Convenzione, la violenza si combatte perseguendo la parità di genere, con il lavoro e la cultura. In tal senso si spera che il PNRR contribuisca a dare maggiori opportunità alle donne nel mondo del lavoro e nel fare impresa.

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