Il modello anti-migranti di Sunak che piace alla Meloni e a Salvini

“La lotta ai trafficanti e all’immigrazione clandestina è qualcosa che il tuo governo sta facendo molto bene”, ha detto la premier Giorgia Meloni al primo ministro  Rishi Sunak. “Sto seguendo il tuo lavoro e sono assolutamente d’accordo, penso che ci siano molte cose che possiamo fare insieme” ha aggiunto la premier  a Downing Street, sostenendo la politica anti immigrazione di Sunak.

La premier commentando con la stampa  la controversa politica anti-migranti del governo britannico di “deportare in Ruanda” coloro che non hanno diritto di restare nel Regno Unito, ha dichiarato: “Io non la vedo come una deportazione ma come un accordo tra Stati liberi, nei quali viene garantita la sicurezza delle persone, e credo che parlare di deportazione o lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un Paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna, credo che questo, sì, sia un modo razzista di leggere le cose”.

Come scrive il Financial Times, i funzionari italiani si sono opposti a qualsiasi approvazione formale della politica anti migranti di Sunak, per non  complicare i rapporti con l’Ue. Tuttavia entrambi i leader si sono impegnati a condividere un memorandum che parla di cooperazione in tema di immigrazione, ma non solo.

Qualche mese fa anche Matteo Salvini aveva  sostenuto le politiche di Sunak.

 

Il progetto Ruanda

Nell’aprile 2022 l’allora governo di Boris Johnson firmò  un  piano per inviare i richiedenti asilo irregolari in Ruanda. In base al partenariato le persone che arrivano irregolarmente nel Regno Unito o che sono arrivate  dal 1° gennaio 2022 possono essere inviate in Ruanda, per l’elaborazione della domanda di asilo e, se riconosciute come rifugiate, per ottenere il riconoscimento di rifugiato.

Il piano è stato contestato dalle organizzazioni umanitarie, che hanno presentato il ricorso. A dicembre 2022 l’Alta Corte di Londra ha definito l’accordo “legittimo”.

Cosa prevede il disegno di legge anti immigrazione di Sunak

Il primo ministro Sunak vuole andare anche oltre il “progetto Ruanda”. A marzo ha presentato in Parlamento il nuovo disegno di legge, nominato anche Stop the Boats”, il quale  prevede che i migranti che arriveranno illegalmente nel Regno Unito saranno detenuti per 28 giorni senza cauzioni e ricorsi e poi saranno rimpatriati nel loro paese d’origine nel caso sia “sicuro” ( non scapperebbero altrimenti) oppure in un Paese terzo, in particolare il Ruanda, senza alcuna possibilità di tornarci.

I minori di 18 anni non accompagnati  che arriveranno illegalmente, rimarranno nel Regno Unito fino alla maggiore età per essere successivamente trasferiti in un paese terzo. Mentre chi è malato/a gravemente potrà ottenere uno stop al rimpatrio.

Inoltre la legge che Sunak sta cercando di far approvare, vorrebbe colpire tutti gli arrivi avvenuti dal 7 marzo 2023, giorno della sua presentazione al Parlamento.

La ministra dell’Interno, Suella Braverman, considera la legge urgente, poichè “100 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero arrivare nel Regno Unito e beneficiare dell’attuale legislazione”. Inoltre, ha aggiunto che “gli arrivi illegali sono una violazione delle nostre leggi e della volontà del popolo britannico” e se il governo non avesse risposto avrebbe “tradito la volontà del popolo che siamo stati eletti per servire”.

La proposta di legge  ha ricevuto non poche critiche. L’UNHCR considera preoccupanti le disposizioni del disegno di legge, che danno al governo il diritto di criminalizzare, detenere e deportare i richiedenti asilo, affermando che sarebbe una “chiara violazione della convenzione sui rifugiati”.

Secondo Alexander Horne, legale al Parlamento inglese, l’obiettivo di Sunak è arrivare allo scontro con la Cedu. Per il ministro dello sviluppo britannico Andrew Mitchell è improbabile che il Regno Unito lasci la Corte Europea dei diritti dell’uomo, nonostante alcuni esponenti conservatori lo chiedano.

 

Immagine di copertina: Palazzo Chigi

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