Il governo commissaria l’Isab di Priolo, una delle raffinerie più importanti d’Europa

Giovedì il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che “introduce misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici”. In particolare stabilisce il commissariamento dell’Isab di Priolo, una delle raffinerie più importanti d’Italia e d’Europa, a rischio chiusura per l’embargo del petrolio russo che scatterà il 5 dicembre.

La premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione  per l’approvazione della “norma con la quale il Governo interviene, tra l’altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10mila persone. Scopo dell’intervento d’urgenza è tutelare al tempo stesso un nodo energetico strategico nazionale e i livelli occupazionali così significativi per la Sicilia e l’intera Nazione”.

La situazione della Isap 

L’Isap di Priolo è di proprietà di una società svizzera, Litasco Sa, che a sua volta è controllata dalla compagnia petrolifera  Lukoil. Con l’approvazione delle prime sanzioni europee contro al Russia, le banche non hanno più concesso prestiti e garanzie all’Isab per gli acquisti, pur non essendo nella “lista nera”.  Di conseguenza, l’azienda, non potendosi rifornire da altre aziende, si è rifornita dalla casa madre russa. Questo paradossalmente ha determinato un aumento delle importazioni italiane di greggio russo.

Il 5 dicembre, il giorno in cui scatterà l’embargo sul petrolio russo, l’Isap non potrà più comprare dalla casa madre russa. Il governo quindi è intervenuto mettendo l’azienda in amministrazione fiduciaria e temporanea, in modo da evitarne la chiusura per via dell’imminente oil ban europeo.

Il decreto legge  interviene “presso le imprese che gestiscono a qualunque titolo impianti e infrastrutture di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore della raffinazione di idrocarburi, imminenti rischi di continuità produttiva idonei a recare pregiudizi all’interesse nazionale, conseguenti a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati, al fine di garantire, con ogni mezzo, la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché il mantenimento, la sicurezza e la operatività delle reti e degli impianti e quindi la continuità produttiva.”

L’amministrazione temporanea è disposta per un periodo di massimo 12 mesi, prorogabile una sola volta fino a ulteriori 12 mesi. L’intera disposizione ha carattere temporaneo, con validità sino al 30 giugno 2023.

Come scrive il Financial Times l’obiettivo del governo è anche quello di prendere tempo per individuare un compratore. E su questo ci sono diversi rumors senza alcuna conferma.

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