La legge di bilancio 2023 prevede la riduzione dell’Iva dal 10% al 5 % sui pannolini e i prodotti igienici femminili non compostabili, come gli assorbenti.
L’anno scorso il governo Draghi l’ha ridotta dal 22% al 10%.
La storia della Tampon tax in Italia
La cosiddetta Tampon tax quando fu introdotta nel 1975 e prevedeva un’aliquota del 12% , ma con gli anni è aumentata fino al 22%, rendendo gli assorbenti e gli altri prodotti per l’igiene femminile dei veri e propri beni di lusso.
Negli anni a seguire sono stati diversi gli emendamenti proposti per ridurla, ma sono tutti falliti.
Nel 2016 gli onorevoli Giuseppe Civati e Beatrice Brignone, entrambi di “Possibile”, lanciarono la proposta di abbassare l’aliquota sugli assorbenti al 4%. La proposta fu accolta con molto imbarazzo dalla politica e dall’opinione pubblica, e non ebbe alcun seguito.
Nel 2019, la deputata Laura Boldrini e altre 31 deputate presentarono un emendamento che prevedeva l’abbassamento dell’Iva dal 22% al 10%. La commissione Finanze lo considerò inammissibile perchè l’operazione aveva un costo importante. Fu approvata però la riduzione dell’Iva al 5% per gli assorbenti compostabili e biodegradabili, i prodotti più costosi e poco utilizzati dalle donne.
Nel 2020, Laura Boldrini e Lia Quartapelle presentarono l’ennesimo emendamento che proponeva la riduzione dell’imposta dal 22% al 5%. Anche questa volta la commissione Bilancio la bocciò.
A distanza di quasi un anno e dopo tante pressioni, il 19 ottobre 2021, il governo ha approvato l’abbassamento della tampon tax dal 22% al 10%. La Ragioneria di Stato ha rivisto le coperture della misura che ammontano a circa 90 milioni, una cifra lontana dagli iniziali 300 milioni. Ma le stime di Nielsen e di WeWorld, quantificano la riduzione dell’Iva dal 22% al 10% in circa 67 milioni di euro.
Altroconsumo in un’inchiesta sugli assorbenti ha calcolato quanto spende in Italia una donna nell’arco della sua vita per acquistare gli assorbenti.
Calcolando 13 cicli all’anno per una media di 38 anni di vita fertile, la somma con l’iva al 22% supera i 3,000 euro. Con l’imposta al 10% il risparmio è di circa 300 euro, mentre al 4% di 450 euro. La spesa può variare da persona a persona, dal tipo di assorbente a dall’intensità del ciclo mestruale.
La tampon tax in Europa
Il 18 marzo 2016, l’Unione Europea con una direttiva ha autorizzato la riduzione della tassazione sui prodotti mestruali fino al 5%.
A giugno 2021 il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che esorta gli Stati membri a non indebolire il diritto alla salute sessuale e riproduttiva.
A dicembre 2021 il Consiglio ha raggiunto l’accordo su una proposta volta ad aggiornare le norme Ue in materia di aliquota dell’imposta sul valore aggiunto (Iva).
Gli Stati membri quindi hanno la facoltà di adottare un’aliquota inferiore al 5% su alcune categorie di beni e prodotti, tra cui anche gli assorbenti mestruali.
Nonostante i passi in avanti, in alcuni Paesi l’aliquota sui prodotti mestruali è ancora alta come in Ungheria al 27%, Croazia e Danimarca al 25%, Finlandia al 24%, Lituania, Lettonia e Repubblica Ceca al 21%.
L’Italia è passata dal 22% al 10% e per il 2023 è prevista una riduzione al 5%. Poi ci sono altri Paesi che hanno ridotto la tassazione, come la Spagna, Grecia e Austria al 4% e la Francia al 5,5%.
Il governo francese nel 2021 ha varato una misura contro la precarietà studentesca, che rende progressivamente accessibili gratuitamente gli assorbenti nelle scuole.
Il Belgio nel 2018 ha ridotto la tassazione dal 19% al 6%.
La Germania, grazie all’iniziativa lanciata da una start up “The female company”, è passata da un’imposta del 19% al 7%.
L’Irlanda è un’eccezione: nel 2006 ha azzerato l’Iva su tutti i prodotti igienici del ciclo mestruale.
Il Regno Unito a gennaio 2021 ha eliminato la VAT (il corrispettivo della nostra Iva) sugli assorbenti. In quell’occasione la BBc scrisse:” Il Regno Unito ha potuto togliere questa imposta perchè da oggi non è più soggetta alle regole dell’Unione Europea“.
Il 15 agosto 2022, in Scozia, è stato approvato il Period Products Act, il primo provvedimento al mondo che garantisce l’accesso gratuito e universale agli assorbenti e altri prodotti igienici sanitari per il ciclo mestruale. Coloro che avranno bisogno di assorbenti nelle scuole o altri edifici pubblici, dovrà ottenerli gratuitamente.
In Nuova Zelanda, da giugno 2021, gli assorbenti e i prodotti igienici sono garantiti gratuitamente in tutte le scuole, università, uffici pubblici del Paese.
La misura ha un costo di circa 18 milioni. Per l’occasione la premier Jacinda Andern ha dichiarato:” Ci sono abbastanza barriere che i nostri bambini e ragazzi affrontano man mano che crescono- l’accesso ai prodotti mestruali non dovrebbe essere uno di questi“.