Si chiama “Unione dei patrioti europei”, l’accordo siglato da Marine Le Pen, Matteo Salvini, Viktor Orban, Jaroslaw Kaczynski, Santiago Abascal, Giorgia Meloni e altre dieci forze politiche europee.
Si tratterebbe di un primo passo verso la costituzione di un grande alleanza sovranista al Parlamento europeo, anche se la strada appare tutta in salita.
La dichiarazione congiunta
Una delle accuse lanciate nella dichiarazione è l’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone i suoi standard a tutti i cittadini. La costituzione di una grande alleanza sovranista quindi si rende necessaria nel momento in cui globalisti ed europeisti, di cui Emmanuel Macron, mirano ad aumentare il potere egli organismi europei.
Secondo i firmatari l’Unione Europea sta diventando uno strumento di forze radicali finalizzate a costruire un superstato europeo, annullando le tradizioni e i poteri dei paesi membri.
Riaffermano inoltre l’importanza della famiglia tradizionale, come unità delle nazioni. In un’epoca di crisi demografica, le politiche a favore della famiglia dovrebbero essere la risposta piuttosto che l’immigrazione di massa.
Ma la mano di Orban si nota in un particolare passaggio, dove gli interventi dell’Ue vengono definite “violente opposizioni” dei paesi ricchi nei confronti di quelli deboli. In tal senso l’Ue ha assunto posizioni su leggi nazionali che violano palesemente i diritti umani e quindi i trattati europei. I casi più emblematici riguardano l’Ungheria e Polonia, soprattutto sui temi LGBT+.
La reazione di Letta e la posizione contraddittoria di Salvini
L’adesione dei partiti di destra, in particolare della Lega, ha suscitano una serie di reazioni nella maggioranza. Il segretario del Pd, Enrico Letta ha commentato: “ Non si può stare allo stesso tempo con l’europeismo e con Orban. Non si può essere sostenitori insieme di Draghi e di Orban. Semplicemente, non si può. L’Alleanza in Europa dei sovranisti di Salvini e Meloni ha due Primi Ministri Orban e Morawiecki. Sono gli unici 2 che l’anno scorso han messo il veto a Next Generation EU e al RecoveryPlan che salva l’Italia. Solo la determinazione degli altri 25 li ha poi battuti.”
Ma la posizione di Matteo Salvini risulta ancora più contraddittoria, dopo che in un’intervista al Financial Times si è definito un “leader moderato, liberale ed europeista.”
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