Il Parlamento Ue chiede sanzioni contro i funzionari iraniani

In una risoluzione adottata giovedì, il Parlamento europeo ha fatto il punto della situazione in Iran, dopo la morte della 22enne curda iraniana Mahsa Amini, uccisa per mano della polizia morale del paese.

I deputati chiedono un’indagine imparziale, efficace e soprattutto indipendente sui maltrattamenti e sulla sua tragica uccisione della ragazza. 

Pur esprimendo il suo forte sostegno al movimento di protesta pacifica in Iran, e in particolare alle giovani donne che guidano e partecipano alle manifestazioni, il Parlamento condanna fermamente l’uso diffuso e sproporzionato della forza da parte delle forze di sicurezza iraniane contro la folla, che finora ha portato a molte vittime. I deputati chiedono inoltre alle autorità del paese di rilasciare e ritirare immediatamente e incondizionatamente qualsiasi accusa contro chiunque sia stato incarcerato esclusivamente per aver esercitato i propri diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, così come tutti gli altri difensori dei diritti umani.

La risoluzione esorta l’UE a sanzionare i funzionari iraniani coinvolti sia nella morte di Mahsa Amini che nelle violenze contro i manifestanti.

L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha dichiarato che l’Ue sta valutando misure per esercitare pressioni per il rispetto dei diritti fondamentali.

Non è mancata la risposta del regime di Teheran. Qualche giorno fa, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian  in una conversazione con l’omologo italiano, Luigi Di Maio, ha dichiarato che “Se l’Unione Europea vuole intraprendere un’azione frettolosa e sconsiderata secondo un doppio standard, dovrebbe attendersi un’azione reciproca”.

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Per le donne iraniane Mahsa Amini è diventata il simbolo della resistenza contro l’apartheid di genere

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