Il Parlamento Ue condanna il governo italiano per lo stop alle registrazioni dei figli delle coppie LGBTQ+

Il Parlamento Ue ha approvato un emendamento dove invita il governo italiano a revocare immediatamente  il blocco alle registrazioni dei certificati di nascita dei figli delle coppie Lgbtq+. Nello specifico il Parlamento “condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali”. Inoltre “ritiene che questa decisione del governo porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”.
Per il Parlamento Ue, l’azione del governo italiano “costituisce una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.” E ancora, il Parlamento esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtq.

Per il deputato Alessandro Zan, la condanna del Parlamento Ue è una vera e propria umiliazione per l’Italia, stato fondatore dell’Ue.

Un passo indietro

Il 14 marzo il sindaco di Milano Beppe Sala ha annunciato l’interruzione delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. La  decisione è arrivata dopo la circolare del Prefetto che, interpellato dal ministero dell’Interno, ha invitato ad osservare una sentenza della Cassazione dello scorso dicembre in materia di trascrizione dei certificati di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso.

La decisione riguarda migliaia di famiglie arcobaleno che in Italia  hanno fatto  ricorso all’estero (dove è consentito) alla gestazione per altri (detta anche maternità surrogata), di due madri che si sono affidate alla procreazione medicalmente assistita (ovvero la fecondazione eterologa, che per le copie omosessuali si può fare solo all’estero) e che hanno partorito in Italia. Lo stop invece non riguarda due madri, di cui una delle due ha partorito in Italia.

La bocciatura del regolamento europeo di filiazione

Successivamente la commissione Politiche europee dell’Ue del Senato ha approvato con 11 voti a favore su 18 una risoluzione della maggioranza  che indica al governo di porre il veto in Consiglio europeo sul regolamento europeo che armonizza tra gli stati membri il diritto internazionale privato e processuale in materia di filiazione.

Nella risoluzione la maggioranza sostiene che il regolamento europeo violi il principio di sussidiarietà  e di proporzionalità, poichè il regolamento vorrebbe imporre all’Italia di riconoscere una serie di diritti ai figli e ai genitori il cui rapporto di filiazione è stato riconosciuto da un altro Stato Ue.

Nonostante la richiesta di confronto da parte dei Sindaci, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha rifiutato perchè “Ci sono leggi e una sentenza precisa da rispettare.”

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