Il Ministero della Transizione Ecologica ha pubblicato il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale. Governo- c’è scritto sul sito- conferma gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica.
L’insieme delle misure di diversificazione illustrate nel Piano dovrebbe consentire nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo e comunque di ridurre l’uso del gas in generale.
Le misure attuate sin dallo scoppio della guerra in Ucraina hanno due priorità: assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023, del 90%, considerate la rilevante funzione dello stoccaggio nella copertura dei fabbisogni nazionali di gas nel corso dell’inverno e le ripercussioni in caso di anticipata interruzione di flussi dalla Russia in termini di mancato o insufficiente riempimento; diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.
Il piano nazionale
Alcune misure in parte sono già attuate e riguardano: la massimizzazione della produzione di energia elettrica, nel settore termoelettrico, con combustibili diversi dal gas, oltre che la citata accelerazione delle energie rinnovabili nel settore elettrico;
le misure di contenimento nel settore riscaldamento, in parte anticipate per quanto riguarda gli edifici pubblici dall’articolo 19-quater del decreto-legge n. 17 del 1° marzo 2022;
un insieme di misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia, che integrano la politica nazionale in materia di efficienza energetica e che in questo caso hanno anche l’obiettivo di aiutare cittadini e imprese a ridurre i costi della propria bolletta energetica, senza alcun effetto di rilievo sulle modalità del servizio. Queste misure saranno promosse attraverso una apposita campagna informativa istituzionale, saranno – si ribadisce – volontarie e saranno integrate ove necessario da strumenti di sostegno alla scelta del comportamento efficiente.
Dal set di misure, non sono state considerate quelle relative al contenimento del raffrescamento estivo per evidenti motivi ed è stata considerata cautelativamente un’efficacia solo molto parziale, nel periodo di tempo considerato, delle misure comportamentali che presuppongono un investimento iniziale;
il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, su cui è aperto un confronto con le categorie produttive in modo da valorizzare tutte le opportunità a basso impatto sulla produzione e comunque salvaguardando i settori strategici, come da Regolamento UE. Tali misure andrebbero a potenziare quanto già oggi comprende il sistema in termini di servizio di “interrompibilità volontaria” nonché gli altri strumenti compresi nel Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale per la gestione attiva della sicurezza nei casi di criticità o di emergenza.
Il piano in caso di allerta Ue
In caso di “allerta Ue”, il piano prevede la massimizzazione della produzione di energia elettrica con combustibili diversi dal gas. In particolare- c’è scritto sul sito – è stato stimato che la massimizzazione della produzione a carbone e olio delle centrali esistenti regolarmente in servizio contribuirebbe per il periodo 1 agosto 2022- 31 marzo 2023 a una riduzione di circa 1,8miliardi di Smc.
L’ misura prevista è di carattere amministrativo, e prevede limiti limiti di temperature negli ambienti, la riduzione dei consumi degli impianti di riscaldamento e misure comportamentali attraverso una campagna di sensibilizzazione.
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