Giovedì 2 marzo con 144 voti favore, 103 contrari, la Camera ha dato il via libera definitivo alla conversione del decreto 5 gennaio 2023, n. 2 in materia di misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale, noto anche come “Salva Ilva”.
Il 22 febbraio era toccato al Senato che aveva approvato il Disegno di legge di conversione del Decreto legge con 78 voti favorevoli, 57 contrari e 7 astenuti.
“Annuncio che, siccome ci sono già quattro sentenze della Corte di giustizia su Taranto che condannano l’Italia, sarà inevitabile rivolgersi nuovamente alla Corte per porre in evidenza come si sta lavorando e indirizzando l’attività legislativa contro una popolazione a cui sono stati sottratti i diritti: la salute, a Taranto è calpestata per legge come gli ultimi dati epidemiologi – +266% di mesotelioma alla pleura e +63% malformazioni genetiche – dimostrano. Ricorreremo nuovamente, con i cittadini e le cittadine di Taranto, presso la Corte di giustizia per far presente questa barbarie giuridica e presenteremo un esposto alla Commissione UE.” Ha dichiarato il deputato Angelo Bonelli di Verdi.
Cosa prevede il decreto “Salva Ilva”: rafforzamento patrimoniale
Il decreto “salva Ilva” prevede il rafforzamento patrimoniale della gestione dell’impianto siderurgico di Taranto, autorizzando l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a. (Invitalia) ad apportare fino a 1 miliardo di euro per garantirne l’operatività.
Inoltre, vengono forniti allo Stato strumenti rapidi per intervenire laddove la gestione delle imprese di interesse strategico nazionale dovesse ritenersi non adeguata. In particolare l’ammissione immediata all’amministrazione straordinaria può avvenire, con riferimento alle società partecipate dallo Stato non quotate in borsa, su istanza del socio pubblico detentore di una minoranza qualificata di quote azionarie, qualora gli amministratori siano rimasti inerti a fronte della ricorrenza dei presupposti per accedere alla procedura.
I compensi degli amministratori straordinari delle grandi imprese in crisi vengono parametrati ai risultati da essi conseguiti nell’amministrazione e viene fissato un limite complessivo per il compenso degli amministratori giudiziali.
Le disposizioni penali
Il decreto legge prevede disposizioni di natura penale, anche per limitare l’iniziativa della Procura di Taranto in merito al futuro dissequestro degli impianti dell’area a caldo del siderurgico. Qualora sussistano i presupposti per l’applicazione di una sanzione interdittiva che possa determinare l’interruzione dell’attività dell’ente, il giudice, in luogo dell’applicazione della sanzione, dispone la prosecuzione dell’attività dell’ente tramite un commissario.
Non possono essere applicate sanzioni interdittive quando l’ente abbia adottato modelli organizzativi coerenti con quelli delineati nei provvedimenti relativi alla procedura di riconoscimento dell’interesse strategico nazionale diretti a realizzare il necessario bilanciamento tra esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia degli altri beni giuridici protetti dall’ordinamento.
Il giudice deve di regola consentire l’utilizzo dei beni sequestrati, dettando le prescrizioni necessarie al fine di garantire un bilanciamento tra le esigenze di continuità dell’attività produttiva e di salvaguardia dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente.
Inoltre, è previsto il cosiddetto scudo penale, ovvero la non punibilità della condotta dei soggetti che agiscono al fine di dare esecuzione a provvedimenti che autorizzano la prosecuzione dell’attività produttiva di uno stabilimento industriale dichiarato di interesse strategico nazionale.
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