In Bosnia e Erzegovina c’è un’emergenza umanitaria

Nei Balcani è in corso una vera e propria emergenza umanitaria, specialmente nel Cantone di Una Sana, dove migliaia di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, vivono in condizioni critiche.

L’esercito ha iniziato ad allestire delle tende a Bihac

Dal 1 gennaio l’esercito bosniaco ha iniziato ad allestire delle tende in un’altra parte di Bihac,  per dare una riparazione temporanea ai migranti, fino a quando non sarà pronta la nuova struttura di Lipa. Le tendopoli sono ancora in attesa della completa ricostruzione.

La decisione di allestire delle tende è arrivata dopo il duro intervento  dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Josep Borrel, che aveva sollecitato le autorità bosniache a intervenire per evitare un ulteriore aggravamento della situazione.

Le condizioni disumane dei migranti respinti dall’Europa

Nonostante le tendopoli, le condizioni di vita dei migranti in questo freddo inverno bosniaco, sono molto critiche, con forniture idriche limitate, servizi igienici insufficienti, e tante persona tra cui anche minori costretti a camminare scalzi nella neve.

Secondo Save The Children ci sono almeno 50 i minori migranti non accompagnati, che stanno dormendo all’addiaccio in ripari di fortuna in Bosnia-Erzegovina, esposti a rischi gravi per la loro salute e sicurezza.

Qualche giorno fa, una delegazione di europarlamentari ha fatto visita il campo di Lipa per documentare l’emergenza umanitaria.

La delegazione in missione sulla rotta balcanica è stata bloccata dalla polizia croata, quest’ultima sotto accusa per i respingimenti illegali e le violenze sugli immigrati.

VEDI ANCHE Le violenze e gli abusi della polizia croata al confine bosniaco

La crisi migratoria

Alla base di questa gravissima situazione umanitaria c’è la crisi migratoria.
La Rotta Balcanica è diventata nel 2019 la principale rotta migratoria dell’Europa.
Data la pericolosità della rotta Mediterranea, molti migranti cercano di raggiungere l’Unione Europea, passando per la Turchia, le isole della Grecia, attraversando via terra i paesi Balcanici per poi arrivare in Bosnia e Erzegovina.
Da qui i migranti tentano l’ingresso nel territorio comunitario attraverso la Croazia. L’entrata è molto difficile a causa dei controlli e dei respingimenti violenti della polizia croata, più volte accusata di violenze e abusi sui migranti.

Nel 2019 si è registrato un flusso in arrivo di 45 mila persone migranti, a cui va un numero imprecisato di persone che non sono registrate.
Si tratta di migranti provenienti dalle varie aree di guerra o in crisi come: il Pakistan, Afghanistan, Africa Subsahariana, Nord Africa e dall’area mediorientale.

Secondo le stime delle autorità, nel corso del 2020 sono entrate in Bosnia circa 16 mila persone, e altre 11mila sono state bloccate  dalla polizia di frontiera. Attualmente, in Bosnia ci sono 3600 migranti e, stando alle stime del ministero dell’Interno, altri 1500 sono in sistemazioni private o vagano all’aperto.

Nei paesi balcanici, dalla Grecia alla Bosnia e Erzegovina, l’accoglienza è molto complicata,  spesso non si riesce ad offrire nemmeno lo stretto necessario come: cibo e cure mediche.
Con gli anni i fondi internazionali per l’assistenza sono calati, rendendo sempre più difficile l’accoglienza.

 

Immagine di copertina: Caritas Ambrosiano

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