Articolo del 4 aprile, aggiornato al 16 luglio 2021
Lo scorso marzo la stampa estera ha riportato la notizia del ritrovamento di bossoli di fabbricazione italiana negli episodi di violenza scaturiti dal colpo di Stato in atto in Myanmar. Queste munizioni sarebbero state utilizzate dalle forze governative per colpire un’ambulanza che trasportava dei feriti, quindi in un contesto di violazione dei diritti umani.
Dalle informazioni diffuse dal quotidiano locale “The Irrawaddy”, il bossolo riporta la scritta “Cheddite” . Gli altri bossoli di questa azienda sono stati utilizzati dalle forze di sicurezza contro i manifestanti nei giorni successivi. Inoltre, le cartucce sono state ritrovate in altre località del Paese, come testimoniano diversi scatti sui social.

Il mistero delle cartucce italiane in Myanmar
Dopo un’attenta analisi delle Relazioni governative sull’export di armi militari e dei dati ISTAT dell’analista della RIPD Giorgio Beretta, non risultano dal 1990 a settembre scorso, esportazioni di munizioni e armi dall’Italia alla Birmania.
L’Unione Europea già da luglio 1991 ha posto diverse forme di divieto e l’ embargo sulle armi nei confronti del Myanmar.
L’azienda Cheddite S.r.l. risulta iscritta al Registro del Ministero della Difesa per le imprese esportatrici di armamenti ai sensi della Legge 185/90. Non vi è però alcuna menzione dell’azienda negli elenchi delle autorizzazioni rilasciate da UAMA negli anni successivi. Si ipotizza che l’esportazioni di munizioni siano avvenute secondo le norme previste dalla Legge 110/75 (che regolamenta le esportazioni di armi e munizioni di tipo “comune, sportivo o da caccia”) o tramite joint ventures o aziende intermediarie.
La società civile chiede chiarimenti alla Cheddite s.r.l
Le organizzazioni della società hanno chiesto una serie di chiarimenti alla Cheddite S.r.l. in merito al lotto con codice: Produzione 1 luglio 2014 – Lotto 1410?807, ricostruito grazie alle immagini dei bossoli sparati in Myanmar e poichè la società turca Yavaşçalar YAF, un marchio della società turca Zsr Patlayici Sanayi A.S., che utilizza proiettili di gomma con componenti di munizioni prodotte dalla società Cheddite S.r.l. Dal registro del commercio internazionale delle Nazioni Unite (Comtrade) risultano nel 2014 diverse forniture di fucili e munizioni dalla Turchia a Myanmar.
Inoltre si è chiesto se gli accordi di licenza di esportazione con Zsr Patlayici Sanayi A.S consentono in qualche modo l’esportazione di munizioni riportanti il marchio Cheddite S.r.l. in Myanmar; se l’azienda turca può esportare, più o meno direttamente, munizioni col marchio Cheddite S.r.l. in Myanmar e specificatamente alle forze di polizia e di pubblica sicurezza di quel Paese.
Sulla questione sono state fatte anche delle interrogazioni parlamentari per chiedere al ministro degli Esteri, chiarimenti su queste munizioni, nonostante l’embargo europeo dal 1991, e in più si sollecita anche una verifica di tutti i flussi relativi al commercio di armi e munizioni.
Il12 maggio, i rappresentanti di Amnesty International Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Italia Birmania-Insieme, Osservatorio Opal e “Atlante delle guerre e dei conflitti” hanno avuto un incontro online con il Sottosegretario agli Affari Esteri, On. Manlio Di Stefano.
Al termine dell’incontro, il sottosegretario si è fatto carico di contattare e coinvolgere il Ministero degli Interni, titolare dei controlli sulle esportazioni di armi e munizioni comuni, per verificare le criticità sollevate. Inoltre, ha sottolineato l’impegno italiano per un rafforzamento delle sanzioni in sede europea e la necessità, considerata la gravità della situazione, che la giunta militare sia esclusa da qualsiasi incontro internazionale.
Come ci sono arrivate quelle pallottole in Myanmar? (aggiornamento 16 luglio 2021)
Secondo il ministero dell’Interno, una possibile pista potrebbe essere la via turca, attraverso Yavasçalar (Yaf). Su questo si sono verificati due istanze di esportazione della Cheddite srl per le forniture verso l’azienda turca. La prima risale al 26 febbraio 2020 e la seconda nel gennaio 2021. Ovviamente non si è potuto sapere se quelle forniture esportate regolarmente, siano state inviate in Myanmar.