Invio armi in Ucraina: cosa dice la Costituzione e il diritto internazionale

Dopo l’invasione russa in Ucraina, il Parlamento ha approvato il decreto Ucraina, votato da quasi tutti i gruppi parlamentari. Nel decreto è previsto anche l’invio di armi all’esercito ucraino. E su quest’ultimo punto è ancora aperto un dibattito sulla compatibilità o meno della misura con la Costituzione italiana.

Cosa prevede la Costituzione italiana, l’art 11 

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Come ha detto il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirebelli, l’articolo 11 della Costituzione ha un carattere di “enunciazione generale”, e va letto come ripudio della guerra di aggressione. Mirebelli ricorda che per la Carta la guerra esiste, seppur in extrema ratio. Questo trova conferma nell’articolo 52 Cost. che sancisce come dovere la difesa della patria; gli articoli 58 e 87 Cost. che attengono al procedimento per deliberare ed alla delibera stessa dello stato di guerra.
L’articolo 11 contempla anche la clausola relativa alla possibilità di consentire limitazioni della sovranità, a condizioni di reciprocità ed uguaglianza con gli altri Stati. In altre parole la Repubblica italiana consente la cessione di una parte della propria sovranità in favore di istituzioni sovranazionali che abbiano lo scopo di creare un’integrazione sempre più stretta tra i popoli. 
In questo contesto l’invio delle armi in Ucraina è legato al diritto naturale di autotutela individuale e collettiva, principio affermato nell’art.51 dello Statuto delle Nazioni Unite.
Tuttavia lo sforzo maggiore deve avvenire con i negoziati, la via maestra come soluzione dei conflitti internazionali. 

Come afferma il prof Pierfracesco Rossi, ci troviamo quindi in un ambito nel quale la legalità costituzionale è strettamente intrecciata con il rispetto del diritto internazionale.

La tesi della Costituzione aggirata 

Di diversa interpretazione è il noto costituzionalista Michele Ainis secondo cui l’unica guerra legittima è quella difensiva, per difendere la propria Patria con l’art 52. Costituzione.  Eppure dagli Ottanta l’esercito italiano ha combattuto molte guerre come in Libano, Afghanistan, Bosnia, Iraq, Libia e Somalia.

Secondo Ainis si è soliti tirare in ballo gli impegni internazionali, ma senza accorgersi che dovremmo intervenire in ogni focolaio di guerra. Se l’art 11 è un pezzo di antiquariato, allora la Costituzione andrebbe cambiata e non aggiarata.

Immagine di copertina: Adnkronos

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