In Iran non si fermano gli attacchi chimici contro le scuole femminili. Negli ultimi cinque mesi, sono state colpite più di 500 scuole femminili in 110 città di tutta l’Iran.
April 25 – Sanandaj, western #Iran
Aftermath of regime operatives launching a chemical gas attack targeting the all-girls Niayesh School. A number of the students are poisoned and very ill as a result of the attack.#IranChemicalAttacks pic.twitter.com/26q8g3Z5Z4— Women’s Committee NCRI (@womenncri) April 25, 2023
Nonostante le continue segnalazioni di avvelenamenti e diversi decessi, il regime iraniano e le sue istituzioni hanno tentato di coprire e impedire che la verità venisse scoperta.
Mahna Rahimi Mehr e Raha Hosseini di 9 anni sono morte a causa degli attacchi chimici contro scuole che frequentavano a Saqqez e Isfahan. Coloro che hanno condiviso la tragica notizia sugli attacchi sono stati molestati e incarcerati. Una donna è stata recentemente arrestata per aver documentato le vittime e accusata di aver diffuso bugie.
Ci sono prove del coinvolgimento del governo in questi orribili attacchi. Questi atti sembrano essere l’ultimo tentativo del regime iraniano di reprimere le proteste e la rivoluzione in corso da oltre sei mesi guidata da giovani donne e studentesse.
Le proteste in Iran sono iniziate subito dopo la morte di Mahsa Amini e poi gradualmente si sono diffuse in tutto il paese. Molte donne in segno di protesta manifestano senza il velo in testa. “Questa è una rivoluzione femminile in Iran. Non è morta per noi. Sta diventando un simbolo di resistenza contro l’apartheid di genere“, ha dichiarato la giornalista Masih Alinejad.