Israele, cittadini in rivolta contro la riforma della giustizia del governo Netanyahu

In Israele, dopo oltre 11 giorni di proteste, il primo ministro Benjamin Neatnyahu ha annunciato il rinvio della riforma giudiziaria.

Il sistema attuale

Attualmente, in Israele, la Corte suprema, composta da 15 giudici nominati da una commissione di 9 membri: 3dalla corte, 2 avvocati, 4 politici scelti dal governo (2 ministri, 2 parlamentari),  assume un ruolo importante nella vita politica del Paese, poichè può annullare qualsiasi legge o provvedimento legislativo.  Israele non avendo una Costituzione, la Corte fa riferimento alle Leggi fondamentali e al criterio di ragionevolezza.

I punti contestati della riforma giudiziaria

La riforma del governo di estrema destra limiterebbe notevolmente i poteri di controllo alla Corte suprema per affidarli al governo.
La prima modifica consentirebbe alla Knesset, il Parlamento israeliano, di ribaltare le decisioni della Corte Suprema con una maggioranza semplice di 61 voti su 21 seggi.

La seconda proposta  lascerebbe alla Corte suprema solo il compito di esaminare esclusivamente se una legge è aderente o meno ai princìpi espressi dalle Leggi fondamentali.

La terza riguarderebbe l’attribuzione di maggiori poteri al governo circa la modalità di selezione dei giudici. Il governo vorrebbe portare a 8 i membri di nomina politica e a 11 i giudici nominati da una commissione.

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