L’Italia è tra i pochi Paesi europei a non garantire il diritto di voto a distanza ai fuorisede

Milioni di studenti e lavoratori fuori sede rischiano di non poter votare alle prossime elezioni politiche che si terranno il 25 settembre. Per votare dovrebbero sostenere viaggi lunghi e costosi, assentandosi dai luoghi di lavoro e studio. 

L’Italia rimane uno dei pochissimi Paesi europei, insieme a Malta e Cipro, a non garantire il voto a distanza per i fuorisede.

Il 25 luglio era prevista  la discussione alla Camera della proposta di legge per il voto ai fuori sede, ma l’instabilità politica, la crisi di Governo e la conseguente caduta hanno bloccato l’intero iter legislativo, ancora una volta.

Alcune categorie di lavoratori, come gli appartenenti a corpi militari, alle forze di polizia, ai vigili del fuoco e i naviganti (marittimi o aviatori), in realtà possono già votare al di fuori del proprio comune di residenza, ma solamente in occasione di elezioni politiche e referendum.

Gli altri elettori e le altre elettrici hanno diritto solo ad alcune agevolazioni sui costi di viaggio sostenuti per raggiungere il loro comune di residenza. Gli sconti disponibili sono però limitati ai treni a lunga percorrenza o ai voli della compagnia di bandiera che hanno prezzi di base molto elevati. Di conseguenza, gli spostamenti hanno costi molto impegnativi da sostenere per un giovane studente o lavoratore.

Come funziona negli altri Paesi europei

Il voto a distanza è garantito già da anni in altri Paesi europei: in Svizzera, in Spagna e in Irlanda è possibile votare per corrispondenza; in Francia e in Belgio si può delegare il voto a un’altra persona; in Danimarca si può votare in anticipo, in un seggio speciale allestito per l’occasione presso il luogo in cui si è domiciliati; mentre in Germania è ammesso sia il voto per corrispondenza, sia il voto in un altro seggio, nei Paesi Bassi c’è la possibilità di delegare o di votare in un altro seggio.

The Good Lobby Italia e Io Voto Fuori Sede hanno messo online una petizione indirizzata al Parlamento e al Governo, affinchè si faccia un legge che permetti un sistema di voto a distanza.  “Tutto ciò è inaccettabile: noi di The Good Lobby, con Iovotofuorisede e la Rete Voto Sano Da Lontano continueremo a fare pressioni e non ci arrenderemo finché il diritto di voto a distanza non sarà garantito a tutte e tutti.”

 

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