Il presidente americano Joe Biden per la prima volta ha usato la parola “genocidio” per parlare del massacro degli armeni, commesso tra il 1915 e 1918 dall’impero ottomano.
Sabato in occasione del 106esimo anniversario dell’inizio del massacro il presidente ha dichiarato: “ Ogni anno in questo giorno ricordiamo le vite di tutti quelli che morirono nel genocidio armeno dell’epoca ottomana e ribadiamo il nostro impegno a impedire che atrocità simili accadano di nuovo”.
L’atto di Biden, seppur simbolico, potrebbe avere delle ripercussioni nei rapporti già inaspriti con la Turchia che non ha mai riconosciuto il massacro come genocidio. Infatti, la reazione di Ankara non si è fatta attendere: il ministero degli Esteri turco ha invitato Biden a correggere il grave errore.
La Turchia continua a negare che sia avvenuto il genocidio
Il genocidio degli armeni è stato a lungo ignorato, fino al 1973 quando la commissione dell’Onu per i diritti umani lo riconobbe come il primo genocidio del XX secolo. Gli storici stimano il bilancio delle vittime tra 1,2 a 1,5 milioni. Il massacro viene ricordato dagli armeni il “Medz Yeghern”, il grande crimine.
Il genocidio armeno è attualmente riconosciuto in 22 Paesi, tra cui l’Italia. Paesi come Israele continuano a non usare la parola genocidio per non creare eventuali crisi politiche e diplomatiche con Ankara.
Per la Turchia quella armena fu una rivolta che provocò circa 300.000 vittime. I turchi non osano parlare di genocidio perchè l’articolo 301 del codice penale turco punisce reato di “offesa allo Stato turco”. Ha provato il premio Nobel per la letteratura Rhan Pamuk, ma attualmente vive sotto protezione e anche il giornalista Hrant Dink, assassinato nel 2007.