La Cedu condanna l’Italia per aver tenuto in carcere un uomo con gravi problemi psichiatrici

L’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per aver trattenuto  in carcere un uomo con gravi problemi psichiatrici, nonostante il Tribunale italiano e la stessa Corte avessero ordinato il trasferimento in una struttura adeguata per poter essere curato.

La sentenza Cedu

In particolare l’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che vieta i trattamenti inumani e degradanti.
Oltre all’articolo 3 l’Italia è stata condannata anche per la violazione dell’articolo 5 comma 1 riguardante il periodo di detenzione illegittima; la violazione dell’articolo 5 comma 5, (mancato riconoscimento del diritto al risarcimento); dell’articolo 6 comma 1 (diritto a un processo equo) e l’articolo 34 (diritto di ricorso individuale). 

I principi 

La CEDU afferma due principi in questa sentenza: il primo, le carceri non sono luoghi di cura per la presa in carico di patologie psichiatriche gravi. Di conseguenza vanno pensati modelli per la salute mentale.
Il secondo principio è che le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza non sono gli unici posti dove il paziente psichiatrico autore di reato può essere destinato. Ma esistono altre soluzioni di tipo comunitario o residenziale che possono essere prese in considerazione. 

Non si può tenere una persona in carcere senza titolo, se il suo stato di salute è incompatibile con la detenzione e se ha bisogno di cure. La decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è solo uno dei tanti casi simili pendenti che riguardano casi di persone detenute con problemi psichiatrici” – ha dichiarato Patrizia Gonnella , presidente dell’associazione Antigone. 

 

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