La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per il presidente russo Putin

Venerdì la Corte penale internazionale ha emesso due mandati d’arresto per il presidente russo Vladimir Putin e per Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria presidenziale russa per i diritti dell’infanzia.

Per la Corte, Putin sarebbe responsabile di crimini di guerra in Ucraina, in particolare di deportazione illegale di bambini dall’Ucraina alla Russia Federazione. La Corte infatti  ha ritenuto che vi siano fondati motivi per ritenere che ciascun sospettato  “sia responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, a danno dei bambini ucraini.”

 

 

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, dalla fine di febbraio 2023 sono stati deportati 16,222 bambini . A dicembre il caso era stato denunciato dal Washington Post. A maggio 2022 Putin aveva emesso un decreto per facilitare per i russi l’adozione dei bambini ucraini.

Da un punto di vista pratico, il mandato di cattura non significa che Putin verrà arrestato. La Russia ha firmato, ma non ha ratificato lo Statuto di Roma che ha istituito la Corte Penale internazionale. Questo significa che la Russia non ha l’obbligo di cooperare, e nemmeno di consegnare gli indagati. 

Nel caso Putin dovesse recarsi in paesi che hanno ratificato lo statuto, potrebbe essere arrestato, e consegnato alla Corte penale internazionale. Si tratta però di uno scenario improbabile.

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