Dopo la riserva del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso contro la decisione del comune di Manduria di prorogare fino al 2033 le concessioni demaniali marittime. Per i giudici infatti la norma è in contrasto con la direttiva Bolkestein articolo 12 che l’Italia ha recepito.
La questione delle concessioni balneari è una lunga storia, dove non si riesce ancora a trovare una quadra, nonostante le sentenze del Consiglio di Stato.
La lettera di infrazione Ue
Il 3 dicembre 2020 la Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia, dove si afferma l’illegalità del salva-spiagge (prevedeva il rinnovo automatico delle concessioni fino al 2033), perchè in contrasto con la normativa Ue.
A febbraio 2021 il governo ha replicato a Bruxelles, sostenendo la conformità della normativa nazionale in materia di demanio marittimo. Una risposta considerata lacunosa, che non ha avuto alcun risposta dalla Commissione.
La sentenza del Consiglio di Stato
La questione è diventata ancora più complicata per il governo quando a novembre 2021 il Consiglio di Stato ha annullato la proroga delle concessioni fino al 2033 e ha imposto di riassegnarle tramite bandi entro il 2023. Precedentemente, con la sentenza “Promoimpresa” del 14 luglio 2016, la Corte di giustizia europea aveva già stabilito l’illegittimità delle proroghe automatiche, perchè contrarie alla Bolkestein e al Trattato di Lisbona.
L’emendamento
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, il 16 febbraio 2022 il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità l’emendamento al disegno di legge concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali.
L’emendamento mira a migliorare la qualità dei servizi con conseguente beneficio per i consumatori, a valorizzare i beni demaniali e, al contempo, a dare certezze al settore. Il testo prevede che le concessioni in essere continuino ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023, mentre le gare partiranno dal 2024.
A luglio 2022 la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla concorrenza che all’articolo 3 introduce le gare per le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2024.
La proroga di un anno delle concessioni con il governo Meloni
A febbraio 2023 le commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato hanno approvato alcuni emendamenti al decreto “Milleproroghe”, sulle concessioni balneari. Il primo prevede la proroga di un anno delle attuali concessioni, fino al 31 gennaio 2024; il secondo emendamento proroga i tempi per la mappatura fino al 23 luglio 2023; l’altro emendamento della Lega istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un «tavolo tecnico» con compiti di consulenza e di indirizzo sulla materia. Nel caso esistano delle ragioni oggettive che impediscano la conclusione delle gare entro il 31 dicembre 2024, questa scadenza potrà slittare alla fine del 2025.
La lettera di Mattarella al governo
Il presidente Mattarella ha espresso delle riserve sulla proroga delle concessioni balneari. “È evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili , a breve, ulteriori iniziative di governo e parlamento” – c’è scritto nella lettera del Quirinale.
Il Quirinale infatti ha fatto notare che la norma sulla proroga delle concessioni fino a dicembre 2024 è in contrasto con la Bolkestein, pena una procedura d’infrazione.
Sentenza del Consiglio di Stato
A marzo il Consiglio di Stato si è espresso accogliendo il ricorso contro la decisione del comune di Manduria (Taranto) di prorogare fino al 2033 le concessioni balneari.
APPUNTO- la direttiva Bolkestein e la sua difficile attuazione
In particolare l’articolo 12 della direttiva prevede che il sistema di concessioni pubbliche deve essere determinato da procedure di selezione che prevedano un’adeguata pubblicità e criteri di assegnazione trasparenti e imparziali. Inoltre, quando la concessione viene rilasciata è vietata il rinnovo automatico.