La recrudescenza del conflitto israelo-palestinese

Il Medio Oriente continua a  bruciare. La sera del 5 aprile le forze di sicurezza israeliane hanno fatto irruzione nella moschea Al-Aqsa, intorno alle 22.30, poco dopo la fine della preghiera della sera. L’attacco alla moschea è stato il secondo episodio di violenza in poche ore.
La moschea Al-Aqsa è il luogo simbolo per la religione islamica nel mese sacro delle celebrazioni del Ramadan.

Durante il primo attacco, la notte tra il 4 e il 5 aprile, erano stati arrestati almeno 450 palestinesi, 50 dei quali sono ancora in stato di detenzione. Molte delle persone scarcerate dal centro di detenzione di Atarot erano a piedi scalzi e mostravano segni di percosse e ferite.

Un avvocato ha raccontato ad Amnesty International di molte persone arrestate e picchiate, compresi molti minorenni.

Dopo l’attacco, sono scoppiate  proteste nelle città e nei villaggi palestinesi di Israele. Tra la notte del 6 e 7 aprile, Israele ha prima bombardato la Striscia di Gaza e poi il sud del Libano, nella regione di Tiro, dove sono stati colpiti più di 10 siti di Hamas.

Per gli israeliani si è trattata di una risposta alle esplosioni avvenute il 5 aprile nella Galilea, da parte di organizzazioni legate ad Hamas che risiedono in Libano.

Venerdì migliaia di palestinesi hanno manifestato nella città di Jabalia Al-Nazla, nel nord della Striscia di Gaza, per denunciare i brutali assalti israeliani alla moschea di Al-Aqsa.

Oggi oltre 130.000 fedeli palestinesi hanno sfidato le restrizioni imposte da Israele per partecipare alla preghiera del venerdì nella moschea Al-Aqsa di Gerusalemme.

Intanto gli Stati Uniti invitano tutte le parti alla de-escalation. Lo ha dichiarato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.

Qualche dato 

Le tensioni tra Israele e Palestina hanno coinciso con l’ascesa al governo dell’estrema destra  guidato da Benjamin Nethanyahu, sostenitore di una linea fortemente intransigente nei confronti dei palestinesi.

Tuttavia il 2022 è stato l’anno più mortale che ha visto 220 palestinesi uccisi dalle forze israeliane, di cui 167 provenivano da Gerusalemme est e Cisgiordania, e 30 israeliani uccisi. Nel dicembre 2022 le Nazioni Unite avevano condannato il governo di Tel Aviv per il record di violenza. E con questo passo il 2023 potrebbe essere peggio.

 

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