La signora Paola ha interrotto la sue sofferenze in Svizzera

Paola, 89 anni, affetta dal morbo di Parkinson, che le impediva quasi completamente di muoversi e anche di parlare, ha messo fine alle sue sofferenze in Svizzera, grazie all’aiuto di Felicetta Maltese e Virginia Fiume.

Entrambe le attiviste sono iscritte all’organizzazione Soccorso Civile, fondata da Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo FraticelliI, che fornisce alle persone che hanno bisogno di accedere informazioni, e in alcuni casi assistenza logistica e finanziaria, per ottenere aiuto medico alla morte volontaria fino a quando in Italia non vi sarà una legge che rispetti per i malati che ne facciano richiesta tutte le scelte di fine vita.

Dopo le visite di verifica delle condizioni, in occasione delle quali ha confermato la sua volontà, Paola si è auto somministrata la dose di farmaco eutanasico.

“Tale decisione è maturata nel tempo. Dal 2012 un inizio di malessere chiaramente diagnosticato nel 2015. Un graduale e lento decorso verso la totale immobilità. Ora sono vigile in un corpo diventato gabbia senza spazio né speranza. Anzi stringe, ora dopo ora, inesorabile la morsa. La diagnosi è un parkinsonismo irreversibile e feroce — TAUPATIA — arrivata oggi ad uno stadio che non mi consente più di vivere. Non sono autonoma in nulla, tranne che nel pensiero”. Ha detto Paola prima di morire.

Paola ha dovuto recarsi all’estero in quanto non poteva accedere “all’aiuto al suicidio” in Italia perché, come già accaduto a Massimiliano, Romano (parkinsonismo) e Elena  (paziente oncologica), non era in possesso di uno dei requisiti previsti dalla sentenza della Consulta 242/2019 relativa al caso Cappato-Antoniani, ovvero non era “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”.

Grazie alla disobbedienza civile di Cappato per l’aiuto fornito a Fabiano Antoniani e quindi grazie alla sentenza 242/19 della Corte costituzionale l’“aiuto al  suicidio” è possibile legalmente quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di  sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e – appunto – è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. Tali condizioni e le modalità devono essere state verificate dal SSN, come accaduto nel caso di Federico Carboni, il quale lo scorso giugno ha potuto accedere al “suicidio assistito” senza che l’aiuto fornito configurasse reato.

Appena rientrate in Italia, le attiviste Maltese e Fiume si recheranno presso la caserma dei Carabinieri Sezione Polizia Giudiziaria di Via Vascelli, 2, a Bologna alle ore 11.45, accompagnate dall’avv. Filomena Gallo, Segretario dell’Ass. Luca Coscioni. Anche Marco Cappato, che non ha direttamente accompagnato la signora Paola, si autodenuncerá in veste di legale rappresentante dell’associazione Soccorso Civile che ha organizzato e finanziato il viaggio verso la Svizzera, della quale fanno ora parte 17 disobbedienti civili e che ha provveduto all’organizzazione del trasferimento in Svizzera.

Condividi