La Somalia sta attraversando una gravissima crisi alimentare, dove il numero di persone che soffrono la fame acuta ha già superato quello della carestia del 2011.
Gli ultimi dati delle Nazioni Unite mostrano che la metà dei 15 milioni di abitanti della Somalia sta affrontando una grave carenza di cibo e si prevede che più di 300.000 persone si troveranno in condizioni di carestia entro dicembre di quest’anno. Il numero di persone colpite dalla grave siccità è salito a 7,8 milioni nell’agosto di quest’anno, rispetto ai 3,2 milioni dello scorso dicembre.
For most Somalis, there is no food to be found as their region faces its worst drought in 40 years.
Hundreds of thousands have abandoned their homes in search of food, water and humanitarian aid.
Somalia deserves the world’s attention. pic.twitter.com/SDFrUd6nFg
— UNHCR, the UN Refugee Agency (@Refugees) November 19, 2022
“Dopo quattro stagioni di piogge mancate, le persone stanno perdendo la loro lotta per sopravvivere – il loro bestiame è morto; i raccolti sono falliti ei prezzi del cibo sono stati spinti sempre più in alto dalla guerra in Ucraina. Il mancato intervento trasformerà una crisi in una catastrofe su vasta scala.
“Le persone stanno soffrendo a causa dei cambiamenti del clima. I Paesi ricchi che sono i principali responsabili della crisi climatica hanno la responsabilità morale di proteggere le persone dai danni che hanno causato”- ha spiegato Parvin Ngala, direttore regionale di Oxfam per il Corno d’Africa.
I bambini uccisi dalla mal nutrizione
In un cimitero di Baidoa, città meridionale della Somalia, sono già stati seppelliti i corpi di 230 bambini uccisi dalla malnutrizione. Ci sono famiglie esauste che camminano per giorni dai villaggi colpiti dalla siccità per cercare aiuto nella città e seppelliscono i propri bambini ogni giorno. Ogni piccola tomba è segnata da rocce e cespugli spinosi su cui le famiglie piangono e pregano.
Stando ai dati delle organizzazioni umanitarie, tra cui Save The Children, a Baidoa il numero di bambini trattati per la peggiore forma di malnutrizione è aumentato di oltre cinque volte tra gennaio e ottobre.
I dati preliminari di un’indagine condotta dagli operatori sanitari della comunità, indicano che su 90,000 bambini i tassi di malnutrizione acuta sono pari a quelli del 2011. Circa 260.000 persone sono morte durante la carestia del 2011-12, metà delle quali prima ancora che fosse dichiarata. Circa il 50% delle vittime erano bambini di età inferiore ai cinque anni.
Anche se non c’è ancora stata una dichiarazione ufficiale di carestia, chi scava le fosse per seppellire le vittime sta lavorando sotto il sole cocente con temperature di 35 gradi, sebbene questa dovrebbe essere la stagione delle piogge, ma è caduto meno del 60% della pioggia attesa, un segnale di allarme che preannuncia la quinta stagione mancata consecutiva.
Alcune testimonianze
Una donna e suo marito avevano bestiame e capre finché la siccità non ha colpito i loro animali. I loro sette figli rimasti sono tenuti in vita grazie al cibo e all’acqua dei vicini che condividono con loro quel poco che hanno. “Stiamo affrontando problemi che nessuno dovrebbe affrontare”, ha aggiunto Sirad.
“Siamo fuggiti dalla fame, ma la fame ci ha seguiti fin qui. Ho cercato di trovare aiuto, ma per Ahmed* era troppo tardi. Ha esalato gli ultimi due respiri ed è finita lì. Non ha nemmeno pianto”, ha raccontato Mahupo Ali, madre di tre figli. Era incinta quando è arrivata in un campo vicino e lì ha partorito il suo bambino ma non è riuscita a produrre abbastanza latte per nutrirlo. Era troppo affranta per partecipare alla sepoltura.
Altre donne hanno perso i figli durante faticosi viaggi a piedi di diversi giorni mentre i mariti andavano in direzioni diverse in cerca di lavoro. Si stima che quest’anno in Somalia la siccità abbiamo costretto a sfollare fino a 1,1 milioni di persone, soprattutto donne, bambini e anziani.
“Ce ne siamo andati per mancanza di acqua e di cibo. Sono stata una delle ultime a lasciare il mio villaggio”, ha raccontato Asli, 40 anni, che viveva a 120 km a nord di Baidoa fino a quando il mese scorso ha perso il suo bestiame ed è rimasta solo con le galline. La donna ha dovuto fare una deviazione nel percorso a causa dei combattimenti vicino al confine della Somalia con l’Etiopia poi suo figlio di due anni, Mohammed ha contratto il morbillo ed è morto. Sebbene gli altri otto figli stiano ricevendo cure mediche, la donna teme per la loro vita.
I nomi sono di fantasia, per tutelare l’identità delle persone.
Fonti
Oxfam
Save The Children
Immagine di copertina: UNHCR, the UN Refugee Agency